Recensione: Le tartarughe tornano sempre di Enzo Gianmaria Napolillo

Buongiorno, amanti della lettura!
Oggi vi propongo la recensione di un libro che mi è piaciuto tantissimo, che ho abbracciato una volta terminata la lettura. Per chi ancora non lo sapesse, io abbraccio tutti quei libri che mi rubano il cuore e che non dimenticherò mai. Le tartarughe tornano sempre è uno di questi. Mi ha commossa e fatta innamorare di Giulia e Salvatore, anch'essi innamorati, della storia nel suo complesso che mi trova sempre molto sensibile e della scrittura di Enzo Napolillo. Lo consiglio vivamente a tutti, ora, a maggior ragione.


Titolo: Le tartarughe tornano sempre
Autore: Enzo Gianmaria Napolillo
Editore: Feltrinelli

Trama:
Salvatore è nato quando in pochi conoscevano il nome della sua isola: un luogo di frontiera posto alla fine del mondo, con il mare blu e la terra arsa dal sole. È cresciuto sulle barche, vicino alle cassette di alici, con lo sguardo nell'azzurro, sopra e intorno a lui. Forse è lì che tutto è cominciato, tra ghirigori nell'acqua e soffi nel vento. Di sicuro è lì che ha conosciuto Giulia, anche se lei vive a Milano con i genitori emigrati per inseguire lavoro e successo. Da sempre Giulia e Salvatore aspettano l'estate per rivedersi: mani che si intrecciano e non vogliono lasciarsi, sussurri e promesse. Poi, d'inverno, tante lettere in una busta rosa per non sentirsi soli. Finché, una mattina, nell'estate in cui tutto cambierà, Giulia e Salvatore scoprono il corpo di un ragazzino che rotola sul bagnasciuga come una marionetta e tanti altri cadaveri nell'acqua, affogati per scappare dalla fame, dalla violenza, dalla guerra. Gli sbarchi dei migranti cominciano e non smettono più. L'isola muta volto, i turisti se ne vanno, gli abitanti aiutano come possono. Quando Giulia torna a Milano, il filo che la lega a Salvatore si allenta. La vita non è più solo attesa dell'estate e amore sincero, corse in spiaggia e lanterne di carta lanciate nel vento. La vita è anche uno schiaffo, un risveglio, la presa di coscienza che al mondo esistono dolore e differenze. Una scoperta che travolge i due ragazzi e che darà valore a tutte le loro scelte, alla loro distanza e alla loro vicinanza.


Recensione:
Chi mi segue da molto tempo sa che ho un debole per i titoli poetici, e chi mi conosce più intimamente sa anche che ho un debole per le tartarughe. In particolare Sammy, del film d'animazione. E qui le tartarughe però non hanno un ruolo importante, o meglio, non sono i diretti protagonisti. Questi ultimi sono, in generale, tutte le persone che vanno via, ma poi tornano sempre. In particolare, Giulia e Salvatore, conosciutesi nell'infanzia del sud Italia, quella che ricordiamo con le estati roventi, quella delle mamme che indossano il grembiule macchiato di sugo di pomodoro, che chiamano i propri figli affacciandosi al cortile di casa, e i figli in pantaloncini urlanti e gioiosi che giocano a pallone. Così Giulia e Salvatore si conoscono, lei che torna all'isola ogni estate perché il padre è migrato come una rondine al nord, e lui che da quel giorno aspetta Giulia e l'estate per rivederla; aspetta le sue lettere rosa dove si sentono vicini nonostante la distanza e dove si amano nonostante le incertezze del futuro.

Noi siamo nelle lettere. Non avremmo nessuna possibilità nel mondo reale, io qui e tu lì. Se ci sentissimo, perderemmo il significati della nostra lontananza.

Tutto diviene ancora più incerto e quasi messo in bilico, però, quel giorno in spiaggia, quando Giulia e Salvatore vivono il loro giorno più felice ma anche quello che con un battito d'ali spazza via ogni ombra di legame che li univa. Le onde del mare, lente e chiare si posano sulla spiaggia e bagnano il corpo di un bambino dalla pelle lucida, nera e dagli occhi vitrei, morti. Un'immagine che tutti noi ormai abbiamo visto e, purtroppo, conosciuto, come se Enzo Napolillo avesse in qualche modo predetto quell'immagine che ci ha spezzato il cuore, qualche settimana fa; in un altro contesto e con altre dinamiche, ma c'è sempre quella spiaggia e quel piccolo corpo vittima di un mondo instabile.

Gli equilibri mutano, ci sono rotazioni e nuovi scorci verso cui orientare lo sguardo, e un'elasticità che non si supponeva di possedere. Le persone si abituano alle più disperate situazioni, sono in grado di sorprendere se stesse, si scoprire diverse soglie di sopportazione al dolore, differenti modi di reagire.

E instabile lo diventa anche il mondo di Giulia e Salvatore, il mondo dell'Isola, l'innominata nel libro e la più nominata nella vita di tutti i giorni, che diventa al centro dell'attenzione dei governi e spacca in due un'Italia che invece la stabilità non l'ha mai vista. Salvatore ama la sua terra e ama la vita, che abbia la pelle nera o bianca, Giulia ama però anche i genitori e non vuole recar loro dispiacere e quindi torna a Milano, le lettere rosa sono sempre più rade e più povere di sentimenti. Salvatore vive nell'attesa delle estati che non arrivano e sogna ancora Giulia al suo fianco, progetta qualsiasi modo per stare con lei, nello stesso posto. Anche abbandonare la sua Isola, i migranti che hanno bisogno di lui, suo padre che invecchia, i suoi progetti. Tant'è che lo fa, cerca di appartenere a un realtà più fredda, più cupa, più grigia, così lontana dal calore dell'Isola, la stessa che lo richiama ed è sotto ai riflettori dell'Europa giudice e dell'Italia marionetta. Viene usata per la prima volta la parola respingimenti e, Salvatore, vede coi propri occhi orrori umani sottovalutati e mani nere e bianche che si uniscono contro le forze dell'ordine per proteggersi a vicenda, mentre c'è chi dice la solita raccapricciante frase "se ne devono tornare a casa loro!".

Sente il richiamo della sua isola, l'estrema solitudine che può essere chiusura o conquista, e la naturale ritrosia di fronte a sconosciuti che ridono e si divertono e vogliono che tu rida e ti diverta.

La storia di Salvatore e Giulia mi è entrata dentro. La loro Isola, Lampedusa, seppur così lontana è altrettanto così vicina. Voi non la sentite? Che siano realtà del Mediterraneo, del Medio Oriente, che vengano su un barcone o che comincino il loro pellegrinaggio e la loro marcia, sotto la pioggia, su quei famosi binari mentre si costruisce la barriera di filo spinato. Loro che camminano in cerca di salvezza incuranti di quest'ultimo e chi alza quel muro di respingimento altrettanto incurante di chi scappa. La marcia verso la salvezza, i paesi esportatori di democrazia che si perdono in mille parole senza un piano da attuare, l'umanità che si rivela e quella che invece si nasconde. Tutte realtà che ci hanno sconvolto, che ad alcuni hanno commosso, e altri si sono indignanti, tutte realtà così vicine a noi.

Un abbraccio è un fragile appiglio, e ciò che sperano sia amore appare un nascondiglio esposto, facilmente attaccabili. Sono insieme, e si scoprono soli.

Enzo Napolillo ci racconta, con uno stile ipnotico e una scrittura che abbraccia il lettore, una delle tante drammaticità di questo secolo, con gli occhi di due giovani innamorati, accesi e lucidi, di contro a quelli vitrei del bambino sulla spiaggia. Due giovani portatori di speranza, dalla mente fresca e assetati di dare un contributo alla società e al mondo, nel loro piccolo.
L'autore non manca dal farci stringere il cuore e commuovere, tanto da farci sentire quasi impotenti perché noi, quel contributo, non sappiamo come darlo. Nel frattempo però, potremmo leggere libri come questo, Le tartarughe tornano sempre, o come Non dirmi che hai paura di Giuseppe Catozella e, nel nostro piccolo, consigliarli e rimuovere quella patina di ignoranza che si è posata sulle nostre coscienze.

La vita cosa sarebbe senza quella sensazione che ti fa credere di essere felice? Una sensazione che molti non conoscono, che hanno seppellito con milioni di ragioni, e che ignorano con imbarazzo. Chimica, temperatura e sensi. Ingredienti basilari: un ragazzo e una ragazza. Il primo amore, la distanza, l'estate. Una montagna di ricordi rocciosi, la costituzione di un'illusione.

Commenti

  1. Amo le tartarughe! E la copertina di questo libro xD mi hai incuriosita con questa recensione! :)

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    1. Anche tu? Un motivo in più per leggerlo, allora ^^

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  2. Sembra uno di quei libri che ti attirano, per un motivo o per un altro, poi ti intrappolano fra le pagine e ti ci perdi dentro. Uno di quei libri che quando finiscono dici '' E ora che faccio?''
    Peccato che sono stato ieri in libreria se non lo avrei cercato. Ora chissà quando ci tornerò, ma è nella lista dei desideri di Jack Skeletron, magari me lo porta per Halloween :)

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  3. Bellissima recensione! Mi sono quasi commossa leggendo alcune delle frasi estrapolate da questo romanzo! Questa sera farò un giro in libreria e se lo trovo, penso che lo porterò a casa con me! Un abbraccio

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  4. Ciao! Non conoscevo questo libro e mi pare davvero interessante, grazie per avermelo fatto scoprire! In più io ho una tartaruga di ben 22 anni, quindi già dal titolo mi piace xD
    A presto!

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    1. E' stupendo, te lo consiglio ^^ Lo consiglio anche alla tattalughina :)

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  5. Le tartarughe sono solo un titolo azzeccato in un era di amanti degli animali. La storia vera è l'amore di due ragazzi che si snoda tra lontananza, diffidenza e differenze sociali. Chi non ha mai vissuto una storia estiva e non ha pensato che sarebbe durato in eterno? Chi non ha promesso amore eterno ad una persona che a Natale aveva già dimenticato tutto? È la vita e l'amore che viene descritto e che per una volta nella finzione del romanzo ottiene il lieto fine.

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    1. Cosa posso aggiungere, dopo questo commento che riassume tutta l'essenza di questo fantastico libro.

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  6. Anche a me questa storia è entrata dentro. Ho adorato lo stile narrativo, la trama, la delicatezza, ma contemporaneamente la forza del protagonista. Una storia da leggere, senza se e senza ma

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    1. Ho amato anche io il suo modo di scrivere così empatico e la storia così vera. Da amare, con tutto il cuore!

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  7. Non conoscevo quest'autore, inseriro' questo libro nella mia lista per l'estate :) Mahee Ferlini

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    1. Non te ne pentirai, questo libro è meraviglioso! :)

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