Ma la vita è una sola, è un dono, è colore, tramonti e amore.

Avere paura per il futuro, andare sul sicuro, evitare il rischio. La vita si ferma con l'illusione che abbiamo, invece, che proceda alla grande e senza troppi colpi di scena. In realtà lei va avanti per inerzia, in realtà si scappa dall'ignoto, che terrorizza più della certezza dell'infelicità con cui si convive quotidianamente. Io ho deciso di non accettare quell'infelicità, ho deciso di fare un salto nel vuoto, ho deciso di cambiare la mia vita radicalmente e andare incontro ad eventi a me sconosciuti, ché l'unica cosa certa sarà quell'inizio difficile, ma niente sarà peggiore dell'infelicità in cui ormai vivevo. Ho deciso di fare la valigia e partire per un nuovo paese, la Francia, e cominciare una nuova vita lì, una vita che guardo con occhi curiosi perché spesso sa essere così imprevedibile da lasciare senza parole. Ho sempre saputo che prima o poi avrei lasciato l'Italia per andare altrove, e quell'altrove per me era l'Irlanda, che tanto mi ha fatta innamorare, oppure l'Inghilterra; non ho mai preso in considerazione l'idea di una vita in Francia. La verità è che se emigri una volta, emigri per sempre: nata in Marocco, vissuto in Spagna, cresciuta in Italia, prossimamente in Francia e poi chi lo sa. La verità è che ce l'abbiamo nel sangue, una volta che abbandoni tutto quello che hai per vivere in un altro paese e in un'altra cultura, senza zii o nonni, impari a non affezionarti ai beni materiali, impari a non mettere radici, impari a disamorarti senza particolari sforzi da terra e cuori, impari a collezionare ricordi e riviverli nei rari momenti di nostalgia e in cui sei infinitamente grato alla vita.


Che poi la vita è una sola, che poi la vita è un dono e l'infelicità non può essere una compagna dei nostri giorni. Ma la vita è colore, tramonti, alti e bassi; la vita è amore, è prendere e correre incontro alle proprie passioni, abbracciare i propri sogni; la vita è coraggio, la vita è fatta per essere vissuta pienamente. Gli ultimi tre anni, anche universitari, mi hanno regalato esperienze profonde  principalmente con me stessa, dove ho conosciuto una nuova me che ho faticato ad accettare, e una volta tornata a volermi bene ho realizzato l'apatia e l'infelicità che eravamo diventate parti rilevanti della mia quotidianità. Ero alla ricerca perenne del meglio per me, prendevo decisioni in base alle migliori cose che volevo nel mio futuro, ma lo facevo perché dovevo, lo facevo perché ognuno di noi lo fa senza chiedersi se è davvero felice, se davvero quella determinata scelta lo soddisfa o lo soddisferà nel futuro. Non c'era amore in quello che facevo, non c'era emozione nei progetti a cui pensavo. Mi sentivo paralizzata: il cervello atrofizzato, le idee che faticavo a farmi venire, la creatività che non tornava, il fare le cose senza gioia con il grigio nel cuore, invece di emozionarsi come una bambina, invece che scalpitare per il raggiungimento di un obiettivo. Ce l'ho messa tutta per migliorare le mie giornate conoscendo persone nuove che potessero ispirarmi, ché per me le relazioni interpersonali e i rapporti umani sono tutto, eppure sentivo sempre questo blocco emotivo che pian pianino mi faceva diventare cinica e poco empatica, una delle miei caratteristiche più fondamentali e a cui non  avrei mai rinunciato. Ho cercato l'ispirazione svolgendo varie attività, ho dipinto e colorato, ho provato a scrivere, ho fatto varie attività sportive, e nulla mi ha resa meno inquieta.


Ed è così che ho iniziato a pensare in grande, ho iniziato a sognare in grande e il cuore mi vibrava di attese e di emozione, ed è così che ho iniziato a perdere il sonno per la felicità, ho ricominciato a respirare. Ed è così che più il mio progetto prendeva forma, grazie soprattutto alla mia famiglia, più cresceva il nervosismo e l'entusiasmo, più i tempi si facevano stretti più la paura di vedere sfumare il mio nuovo sogno mi faceva visita nei momenti di solitudine. È che io vivo di sogni, è che se non sogno non vivo.
Poi è arrivata quell'email nella quale c'era la convocazione per fare il colloquio per la selezione all'università, e subito dopo averla letta il mio cuore ha saltato un battito e ho iniziato a tremare per l'emozione: e se non ce la faccio? E come faccio a fare il colloquio in una lingua che non mi ricordo? E mancano 2 giorni, devo partire e ce la devo fare. E se non ce la faccio? Se non ce la fai non è la fine del mondo e troverai una soluzione. Buttati, mi dicevo, non avere paura, non tirarti indietro ora, buttati che tanto peggio di così non può andare e qualsiasi cosa succederà sarà una benedizione. E così mi sono buttata, ho fatto la valigia e sono partita. Ricorderò quei giorni come quelli della mia rinascita, come quelli dove la lentezza mi ha fatto compagnia, i giorni in cui non ho avuto ansia o paura, quello in cui ho scommesso su me stessa e alla fine ce l'ho fatta. Fuori da quell'aula, in attesa che mi chiamassero per il colloquio di ammissione all'università, mi sentivo in ansia perché la competizione era feroce, perché la selezione è rigorosa, ma quando stai per fare il salto non puoi avere dubbi su te stesso perché sei lì, perché ormai ci sei dentro e non puoi farti lo sgambetto perché non credi in te stesso, è in quei momenti che ti devi vendere senza svalutarti. Ricorderò quei giorni come quelli in cui ho creduto in me stessa più che mai e alla fine ce l'ho fatta, e alla fine non ci sarà bisogno di una soluzione, alla fine è andato tutto bene e tra non molto comincerò la mia nuova vita. Manca un giorno alla mia partenza per il sud della Francia dove frequenterò la specialistica, dove mi scontrerò con una nuova cultura e dovrò rispolverare il francese. Presto conoscerò persone nuove e diverse, in una città universitaria ricca di giovani ed eventi culturali. Ricorderò quei giorni come quelli in cui mi sono sentita finalmente leggera e senza pensieri, come quelli dove sono stata travolta dall'ispirazione e sono tornata la vecchia me, quella che vuole fare tante cose e contemporaneamente, sono tornata a scrivere e a sorridere, ad amare e ad emozionarmi.


Ma la vita è una sola, ma la vita è un dono e l'infelicità non può essere una compagna dei nostri giorni. Ma la vita è colore, tramonti, alti e bassi; la vita è amore, è prendere e correre incontro alle proprie passioni, abbracciare i propri sogni; la vita è coraggio, la vita è fatta per essere vissuta pienamente. Prendila e vivila, corri e sii felice.

Commenti

  1. Dopo aver letto un post così carico di sentimenti, di bisogno di essere felice, posso soltanto augurarti una buona partenza, una buona vita e, sopratutto, una splendida felicità

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    1. Tutti quanti meritiamo di essere felici.
      Buona vita anche a te, Ilenia, e scusami per il ritardo della risposta <3

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  2. Buona nuova vita Siham. Prenditi cura dei tuoi sogni 😘

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    1. Detto da te, Sara, tocca profondamente <3
      Scusami se ci ho messo così tanto a risponderti.

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  3. Ti mando un grande e forte abbraccio, che possa raggiungerti fin lì. Ti ammiro tantissimo, per il tuo coraggio e la determinazione nell'inseguire i sogni, alla tua età non avrei avuto queste preziose consapevolezze. Ci ho messo molto più tempo per arrivarci, ma se c'è una cosa che la vita mi ha insegnato è che i salti nel vuoto - quelli che ti fanno venire i brividi e battere il cuore un po' più forte - sono le scelte che non si rimpiangono mai. ❤

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    1. Stefania, l'anima calma e bella dei bookblogger <3
      Ti ringrazio di cuore per le tue parole e sono molto fortunata a sentirle ora, ora che si può decidere e fare le scelte per domani.
      Grazie, e scusami se ti rispondo solo ora.

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  4. Ciao Siham, ho visto il post di oggi su Instagram e sono corsa a leggerti sul blog per due motivi: il primo perché seguo spesso la tua pagina è quello che fai, secondo perché questo post è arrivato in un momento della mia vita particolare. Proprio come te sto attraversando un cambiamento, sto per lasciare la città dove ho studiato per ritornare in quella dove sono nata, sto facendo il passo indietro, ma per motivi personali e non per paura dell’ignoto, sto per iniziare la fase che tu stai per abbandonare. La città che lascio era piena di opportunità ma io ero sola e sempre triste, mentre quella che sto per riabbracciare è carina piccola e ahimè chiusa mentalmente. Non voglio fartela ancora più lunga di quello che è anche se mi piacerebbe molto scambiare quattro chiacchiere con te, ma sono molto contenta per te di questa tua decisione, di questa nuova vita tutta da scrivere :) sono contenta che in mezzo alla certezza ti sei sentita triste perché ti ha dato la spinta per volare altrove. Io come te spero di fare presto il tuo stesso passo perché non riesco ad avere paura del incertezza del futuro. Sono italiana ma ho sempre voluto emigrare. Non so perché. Buona Francia, e fai tante belle cose! Baci ��
    Isidereads

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    1. Oh, mi ricordo Irene, ne abbiamo parlato <3
      Spero tanto che tu abbia trovato la serenità in questi mesi e ti seguo sempre con piacere. Grazie <3

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