Recensione: Andanza. Fine di un diario di Sarah Manguso

Tenere un diario per non dimenticare, per non essere vittime del tempo, per lasciare qualcosa di sé quando non ci saremo più: questo è Andanza di Sarah Manguso.


Titolo: Andanza. Fine di un diario
Autore: Sarah Manguso
Editore: NN Editore
Prezzo: €15.00
Data di uscita: 21 settembre 2017

Trama:
Sarah Manguso ha sempre tenuto un diario. Per venticinque anni, il diario è stata la risposta al dilemma della memoria e alla paura di svanire nel nulla. Come lasciar scorrere il tempo senza perdere ogni singolo istante? Come prestare davvero attenzione e trovare il senso della vita? Poi, la vita le ha suggerito le cose: il matrimonio, la maternità, un figlio, le perdite, l'arte, la scrittura. E il diario si è sciolto e ricomposto in questo libro, che è una danza a piccoli passi, un'andanza, intorno alla parola fiducia.


Recensione:
Una volta tenevo un diario in cui sfogavo le mie giornate e un rapporto bipolare che mi stremava, poi ho smesso; all'inizio perché ero felice e non riuscivo a descrivere la felicità a parole, dopo perché mi faceva troppo male rileggere le mie fragilità.
Con Andanza di Sarah Manguso , autrice che ho amato ne "Il salto", mi è tornata la voglia di scrivere delle mie giornate, di fermare il tempo e non subire le sue amnesie. Perché è questo che Sarah Manguso vuole evitare: le piccole cose della vita che si dimenticano e che lei non voleva farsi sfuggire e incastrava in pagine bianche, prima, e in un sistema binario, poi. Quello che la spingeva a farlo è il bisogno di non essere l'ennesima vittima di un tempo che corre e che rende nebbia anche quegli attimi dove le emozioni non sono così grandi da rimanerci intrappolati nella mente. Un bisogno di scrivere per non perdere ciò che è suo, scrivere per avere la prova di aver vissuto fino in fondo, per dare la prova ai posteri della nostra esistenza passata.
Con il diario mi difendevo dalla paura di svegliarmi alla fine della vita accorgendomi che mi era sfuggita.
Poi la Manguso diventa madre e dà la vita, inizia a dimenticarsi le cose e il suo bisogno di lasciare una traccia nel futuro si attenua perché quel diario viene sostituito dal figlio; il diario smette di essere un'esigenza e la Manguso lo lascia andare. Ed è così che vediamo la genesi e la fine di un diario scritto con la penna fredda e lapidaria di Sarah Manguso, così lei chiude la sua paura di essere anche un domani e di rendere il diario come un accumulo di eventi, piccoli o grandi che siano, di ricordi e smette di lottare contro un tempo che scorre senza mai decelerare, come una lunga danza.
Andanza di Sarah Manguso mi ha ricordato tutte quelle quelle sere passate a scrivere sulle righe del mio diario, tenuto per poter poi sorridere della mia me a tutte le età, pur essendo consapevole che sono quel genere di persona che non ama rileggersi. Eppure quei diari li tengo ancora e dopo Andanza mi è tornata così tanta voglia di riprendere la penna in mano e consegnare questi ultimi anni, in cui sono stata troppo codarda per farlo, a quelle righe di diario; così, per non dimenticare.
Ricorda le lezioni del passato. Immagina le possibilità del futuro. E resta nel presente, l'unica porzione di tempo che non richiede l'uso della memoria.

Commenti

  1. Ciao cara! Non conoscevo quest'autrice, né tanto meno questo romanzo, ma mi hai davvero incuriosita! Anch'io tengo un diario, qualcosa di saltuario, proprio con lo scopo di non voler dimenticare tra qualche anno, non tanto quello che è successo, ma quello che ho provato.
    Grazie per avermi fatto conoscere questo libro. <3

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    1. Anche io, Adele, tengo un diario del genere :) Grazie a te per il tuo commento <3

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