Recensione: La fine dei vandalismi di Tom Drury

Ancora una volta NN Editore si dimostra coraggiosa e saper prevedere il successo di una trilogia in modo impeccabile: dopo Kent Haruf ora tocca a Tom Drury, che ci racconta l'America delle contee, quella silenziosa e delle piccole cose, dove i drammi accadono senza far rumore e le gioie si stringono la mano con altrettanta sobrietà.

La fine dei vandalismi di Tom Drury

Titolo: La fine dei vandalismi
Autore: Tom Drury
Editore: NN Editore
Prezzo: €19.00
Data di uscita: 10 aprile 2017

Sinossi:
Il mondo di Grouse County è una ragnatela di cittadine sparse in un immaginario Midwest, dove le vite sono intrecciate da legami di amicizia, affetto o semplice conoscenza. È qui che Louise Darling decide di divorziare da Tiny e fa visita alla madre, Mary, per portarla fuori a pranzo prima della seduta del consiglio comunale, dove si discutono le sorti di un cane mordace. Nel frattempo, lo sceriffo Dan Norman si trova a dare la caccia al marito di Louise, per atti vandalici commessi nella scuola durante il ballo contro i vandalismi. E così Dan incontra Louise, se ne innamora, Tiny la perde per sempre, e Louise ritrova finalmente se stessa. Tom Drury sceglie di non dirigere i suoi personaggi come burattini, ma al contrario, con piccole pennellate, dai loro incontri attinge la forza per creare l'epica di Grouse County. "La fine dei vandalismi" racconta la vita, quella di ogni giorno, che macina gioie e tristezze senza sosta. E lo fa senza seguire traiettorie premeditate, accettando la fatalità dell'esistenza, in un inno alla sua pacata e ingovernabile casualità.


Recensione:
La giovane NN Editore sembra non sbagliare un colpo con le sue pubblicazioni, perché dopo l'enorme successo avuto con Kent Haruf e la sua Trilogia della pianura sembra replicare le stesse soddisfazioni con la Trilogia di Grouse County. Ad accomunare questi libri è, prima di tutto, la riscoperta di autori e di storie che allora passarono inosservati; ma anche la narrazione del semplice e del piccolo.
La fine dei vandalismi, infatti, è una storia che di straordinario non ha niente, come non ha nessuna trama particolare che possa tenere attaccati alle pagine. Fortunatamente non solo le sinossi sono capaci di fare questo, ma anche una narrazione serena e una penna paziente. E, di conseguenza, anche l'ordinario delle vite di una contea sperduta assume spessore diventando coinvolgente; e succede perché la storia è popolata di molti personaggi le cui vite in qualche modo si intrecciano senza mai essere lineari. Louise che si scopre cambiata e insensibile al suo matrimonio e che, di ritorno da una serata fredda e chiarificatrice, chiede il divorzio a quel marito, Tiny, che sembra non capire dove sia la falla del loro legame. E mentre questo si scioglie, un altro nel silenzio della macchina, nella stretta dolce tra due mani o con il sottofondo della televisione accesa, sembra prendere forma. Louise e Dan si sposano e la prima chiude con il passato, mentre si incammina verso un futuro più stabile. Un iniziale triangolo amoroso che ben presto lascia spazio anche a quella madre che non smetterà mai di essere tale, alla predicatrice logorroica, a quel bambino abbandonato che sembra trovare nei molti abitanti una nuova famiglia curiosa e generosa. Questi e tantissimi altri personaggi che all'inizio sembrano affollare senza un vero filo conduttore la storia rubando la scena ai veri protagonisti, ma che poi sappiamo essere la scenografia della vera protagonista: la vita, quella ordinaria, quella delle piccole cose, quella che porta, sì, gioia, ma anche dolori, quella piena di amore ma anche di paure
«Louise?».
«Sì. Che cosa c'è?».
«Non dimenticarti delle cose belle».
Nulla è casuale ne La fine dei vandalismi che, finalmente dopo il 1994, si vede i riflettori puntati addosso. Scopriamo non solo una storia ma anche il modo in cui viene raccontata: in maniera precisa, essenziale, genuina e con moltissima tenerezza. Una tenerezza che porta il lettore ad affezionarsi ai singoli personaggi e a Grouse County nel suo complesso, tanto che durante la lettura sembra di iniziare a conoscere la comunità raccontata, di farne parte attivamente come osservatore, e ogni vita raccontata diventa nostra amica, tanto che dispiace quasi abbandonarle per congedarsi, tanto che una volta terminato e chiuso il libro si sente la mancanza di Grouse Country. Per fortuna non per molto, perché i seguiti del bel La fine dei vandalismi saranno presto pubblicati da NN.

Commenti

  1. Sono sempre stata affascinata dalla trilogia di Haruf , ma non mi sono mai decisa a leggerla. Ora, arriva questa di cui tutti i parlano ed io non ne so nulla. Grazie a te, ho scoperto qualcosa di più de "La fine dei vandalismi" e credo davvero che possa piacermi. Sei sempre preziosa <3

    RispondiElimina
    Risposte
    1. La trilogia di Haruf sarà tra le letture dei prossimo mesi e non vedo l'ora di scoprirla :)
      Grazie a te, Annamaria, e alla tua passione palpabile <3

      Elimina
  2. La NN Editore ha un catalogo che mi interessa moltissimo (come i volumi di Haruf, ma non solo). Devo ammettere che non avevo ancora sentito parlare di questa trilogia, ma mi hai incuriosita moltissimo con questa recensione. Mi informerò sicuramente.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Amo le pubblicazioni della NN e la loro cura. Pian pianino le recupererò quasi tutte, inclusa la trilogia di Haruf :)

      Elimina

Posta un commento