Recensione: Cuore delicato, lavare a mano di Simona Morani

Gli amori con troppa differenza d'età sono malvisti nella nostra società, soprattutto se ad avere l'età più avanzata è la donna. Un argomento discusso in ogni sede e in ogni contesto, ma c'è un amore di cui non si parla mai, secondo me, quello verso se stessi ed in particolare verso se stesse. La giovane Simona Morani torna in libreria con una storia piena di dolcezza e delicatezza, esattamente come il bel titolo del romanzo: Cuore delicato, lavare a mano.

Cuore delicato, lavare a mano di Simona Morani

Titolo: Cuore delicato, lavare a mano
Autore: Simona Morani
Editore: Giunti Editore
Prezzo: €12.90
Data di uscita: 24 maggio 2017

Sinossi:
Nel cuore di Modena, all'ombra dei portici che disegnano la città, Rina, un'energica signora di sessantadue anni, ha appena finito di rinnovare la sua vecchia lavanderia. La morte del marito Osvaldo, dispotico e brontolone per natura, ha coinciso per Rina con una vera e propria rinascita. Così, pennello e colori alla mano, il vecchio negozio "Osvaldo e Rina" si è trasformato in un'ariosa e moderna lavanderia self-service, con tanto di bolle di sapone alle pareti, distributore del caffè e un piccolo angolo stireria. I nuovi clienti non tardano ad arrivare e fra questi Donato, un giovane spigliato che un bel giorno fa il suo ingresso con una batteria di camicie da lavare. Una brusca e pericolosa ventata di vitalità travolge Rina e le sue fantasie. Donato è bello e gentile, si ferma spesso a fare due chiacchiere e persino a mangiare i prelibati manicaretti che Rina gli sottopone con totale nonchalance. Nessuno le aveva mai fatto tanti complimenti: né per l'appretto al profumo di mela, né per le sue sfogliate. Davanti agli occhi sconcertati di sorella e vicini di casa, che la vorrebbero accasare con un noiosissimo ottantenne, Rina arrossisce e nega qualsiasi coinvolgimento. E allora perché passa ore davanti allo specchio indecisa su cosa indossare? Ma che scandalo... Donato potrebbe essere suo figlio!


Recensione:
Il secondo romanzo della giovane Simona ancora una volta, dopo Quasi arzilli, parla di terza età, quella che tutti fingiamo di non conoscere, quella che i giovani come Simona ignorano di raggiungere un giorno: viviamo come se un giorno non dovessimo diventare vecchi, e poche volte la consapevolezza di ciò ci stupisce e ci sembra una cosa così lontana nel tempo e così temibile da smettere di pensarci quasi immediatamente. Ma cos'ha che non va la terza età?, mi chiedo io, a parte tutte quelle cose scontate che sappiamo. Avere, che so io, sessantadue anni come Rita, vedova protagonista del romanzo della Morani, significa dover vivere nel lutto perché il marito Osvaldo è passato a miglior vita. Solo che a Rita i vestiti scuri da monaca non piacciono, come non le piace andare tutte le settimane al cimitero con i fiori freschi; tutte attività che però esegue prontamente e senza lamentele perché sotto il mirino della sorella Ada pronta a giudicarla per qualsiasi cosa. A Rita la vita sta stretta proprio come quelle gonne lunghe e tristi e quella routine che pare essere una dolce attesa prima della dipartita definitiva. Rita vuole vivere, vuole vivere nel vero senso della parola, e in un certo senso inizia a farlo quando il giovane ed educato Donato entra nella sua lavanderia self-service con le sue camicie.

Rita si riscopre essere una donna con dei desideri, quelli piccoli, quelli che la fanno sentire radiosa: un velo leggerissimo di trucco compare sul suo viso, il profumo che porta è più intenso e i suoi vestiti più colorati, i capelli, poi, hanno un nuovo taglio. Rita sembra aver perso la testa per Donato, per le sue gentilezze e le sue piccole premure, anche se l'argomento tabù è sempre e costantemente palese: l'abissale differenza di età. Ma se Cuore delicato, lavare a mano sembra una storia d'amore senza limiti d'età è solo perché ci si ferma alla superficialità della storia. Un storia che io ho visto non come una amore proibito non corrisposto o da corrispondere, ma come una amore riscoperto verso se stessi. E' bastato poco e la Rita ha ricominciato a brillare vivendo quello che il marito despota non le ha permesso di vivere, perché quando ancora era giovane non è stata abbastanza coraggiosa da seguire il cuore, oppure è stata troppo generosa da sacrificarsi per la felicità altrui. Perché se per gli amori senza età si discute e si ridiscute, per la felicità e la capacità di amare se stessi non ci sono limiti di tempo.
Rita mi ha insegnato che si può rifiorire in ogni momento della vita, che si può amare in ogni fase di questa e che l'amore nei nostri confronti è quello realmente senza scadenza. Rita mi ha insegnato anche che spesso siamo troppo severi con noi stessi e quel cuore, quel cuore delicato da lavare a mano, spesso lo prendiamo a pugni e lo puniamo facendolo centrifugare senza sosta; quando invece non merita altro che le nostre cure più amorevoli.

Cuore delicato, lavare a mano è un breve romanzo dal titolo bellissimo colmo di delicatezza e di emozioni positive, da divorare in poco tempo nelle sue poche pagine, lancia dei messaggi che valgono una vita intera. Scorrevole, dolcissimo e italianissimo, sarà come essere a Modena nella lavanderia self-service di Rina, a imparare com'è amarsi, ché questo tipo di amore è come quelle bolle imperfette sulle pareti azzurre della Rina: sensibili, fragili, ma capaci di creare un'immensa, bellissima magia e meraviglia.

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