Recensione: Un bene al mondo di Andrea Bajani

Buongiorno, amanti della lettura!
Oggi vi propongo la mia opinione su Un bene al mondo di Andrea Bajani, un libro che ho amato con tutta me stessa e che non posso non consigliarlo a tutti coloro che del dolore non hanno paura, esattamente come dei libri che parlano di dolore e che ci segnano nel più profondo. Un bene al mondo è semplicemente e assolutamente meraviglioso.


Andrea Bajani

Titolo: Un bene al mondo
Autore: Andrea Bajani
Editore: Einaudi
Prezzo: €16.50
Data di uscita: 13 settembre 2016

Sinossi:
"Un bene al mondo" racconta di un paese sotto una montagna, a pochi chilometri da un confine misterioso. Un paese come gli altri: ha poche strade, un passaggio a livello che lo divide, e una ferrovia per pensare di partire. Nel paese c'è una casa. Dentro c'è un bambino che ha un dolore per amico. Lo accompagna a scuola, corre nei boschi insieme a lui, lo scorta fin dove l'infanzia resta indietro. E ci sono una madre e un padre che, come tutti i genitori, sperano che la vita dei figli sia migliore della loro, divisi tra l'istinto a proteggerli e quello opposto, di pretendere da loro una specie di risarcimento. Ma nel paese, soprattutto, c'è una bambina sottile. Vive dall'altra parte della ferrovia, ed è lei che si prende cura del bambino, lei che ne custodisce le parole. È lei che gli fa battere il cuore, che per prima accarezza il suo dolore. "Un bene al mondo" è una storia d'amore e di crescita; è una storia universale, perché racconta quanto può essere preziosa la fragilità se non la rifiutiamo. Basta cercarsi su una mappa, disseminare parole per trovarsi, provare altre strade e magari perdersi di nuovo.


Recensione:
C'era una volta una fiaba che non è una fiaba, ma una storia la cui bellezza è così lacerante da scuotere l'anima. Quella storia si chiama Un bene al mondo ed è la storia di un bambino senza nome, in un paese senza dove e in un tempo ammalato senza un quando. Il bambino, appena nato, aveva le mani fredde e quando succhiava il latte della madre ingurgitava solo il vuoto. Un giorno la mamma gli consegna il suo dolore, un cucciolo dal muso spelacchiato, privandosene e condannandosi alla freddezza delle emozioni, mentre il bambino da quel dolore non si separerà mai più. Lo alleva, lo addomestica, lo mette al guinzaglio, quel cane dolore fedele e mite, quel dolore che è la prova che si può nascere già soli, già col vuoto in gola e nel petto, già sofferenti.

Scese dal letto, a piedi nudi andò verso la finestra e l'aprì. Se non avesse fatto uscire un po' di quella malinconia, la stanza sarebbe scoppiata. Poi tornò a letto, e capì ancora una volta quanto fa male un pensiero che cade per terra senza che nessuno si chini a raccoglierlo.

Il dolore a quattro zampe, che è un compagno e che subito ho identificato come un elemento negativo di cui il piccolo dovesse liberarsi, è una metafora che strozza il respiro, una metafora che all'inizio si cerca di decifrare, si cerca di darle un senso e di darle un nome e un'origine e, sì, anche una eventuale cura. Con lo scorrere delle pagine, però, questa disperata ricerca cessa di esistere e ci si fa cullare dalla narrazione dell'infanzia, la narrazione dell'essenza, la distanza che spesso divide madri e padri. E poi si legge che non tutti i dolori sono docili, ma ci sono anche quelli rabbiosi che si vogliono scagliare contro chi si ama, come ha fatto il dolore del padre del bambino e che ha fatto scappare via la bambina sottile, la cui forma ha contagiato il mondo del bambino, quella forma e quel mondo che si chiamano amore.

Dentro quel tempo ammalato, il bambino era stato un bambino, poi era stato un ragazzo, cigolando dentro un silenzio assoluto. Aveva pregato ogni notte perché portasse un giorno diverso, ma il giorno che arrivava era sempre lo stesso, solo più stanco di quello che l'aveva preceduto.

Un bene al mondo di Bajani è più di quello che mi aspettassi: una fiaba onirica che disegna un quadro emozionale colmo di pathos e di coinvolgimento emotivo. L'ultimo libro del giovane autore romano, non a caso di ispirazione leopardiana, è scritto con una prosa incantevole, uno stile celestiale, una scrittura sofisticata che è pura poesia. Un storia di formazione profondamente emozionante che nelle sue poche pagine è capace di far venire la pelle sottile a chiunque e di segnarlo se non per sempre, quasi. Un bene al mondo, che ho amato con tutta me stessa, è un elogia al dolore e a come affrontarlo: con delicatezza, con dolcezza, per addomesticarlo ed essergli amico, invece che combatterlo come nemico. Perché alla fine il dolore c'è e ci sarà sempre, è parte di quella che è la vita, sta a noi decidere se farne un compagno di vita fedele o permettergli di essere bavoso e pericoloso pronto a fare del male a chi amiamo, anche a noi stessi. Sta a noi accettare il dolore, esattamente come accettiamo gioie e felicità.

Ma allo stesso modo in cui muoiono, a volte le cose ritornano a vivere. Così anche quelle parole, che sembravano morte, ripresero vita.

Commenti

  1. Eccomi qui Siham, a dirti che avevi ragione: la tua recensione mi ha conquistata! Leggerò di sicuro questo piccolo capolavoro :)
    Simo

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    Risposte
    1. Ciao Simo! :) Guarda, ci metto la mano sul fuoco: tu amerai questo piccolo ma grande libro <3

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