Recensione: La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato

Buongiorno, amanti della lettura!
Oggi esce in tutte le librerie La figlia femmina di Anna Giurickovic Dato, che entra nel panorama italiano della narrativa con un esordio potente e una storia sconvolgente. Una lettura di poche ore e che, una volta terminata, non ho potuto non affermare di amare incondizionatamente.


Titolo: La figlia femmina
Autore: Anna Giurickovic Dato
Editore: Fazi Editore
Prezzo: €16.00
Data di uscita: 26 gennaio 2016


Trama:
Ambientato tra Rabat e Roma, il libro racconta una perturbante storia familiare, in cui il rapporto tra il padre, Giorgio, e sua figlia Maria, nasconde un segreto inconfessabile. A narrare tutto in prima persona è però la moglie e madre Silvia, innamorata di Giorgio, ma incapace di riconoscere la malattia di cui l’uomo soffre. Mentre osserviamo Maria non prendere sonno la notte, rinunciare alla scuola e alle amicizie, rivoltarsi continuamente contro la madre, crescere dentro un’atmosfera di dolore e sospetto, scopriamo mano a mano la sottile trama psicologica della vicenda e comprendiamo la colpevole incapacità degli adulti di difendere le fragilità e le debolezze dei propri figli. 
Quando, dopo la morte misteriosa di Giorgio, madre e figlia si trasferiscono a Roma, Silvia finalmente si innamora di un altro uomo, Antonio. La cena organizzata dalla donna per far conoscere il nuovo compagno a sua figlia, risveglierà antichi drammi, farà sanguinare di nuovo la ferita rimasta aperta. Maria è davvero innocente, è veramente la vittima del rapporto con suo padre? Allora perché prova a sedurre per tutta la sera Antonio sotto gli occhi annichiliti della madre? E la stessa Silvia era davvero ignara di quello che Giorgio imponeva a sua figlia? 
La figlia femmina mette in discussione ogni nostra certezza: le vittime sono al contempo carnefici, gli innocenti sono pure colpevoli. È un romanzo forte, che tiene il lettore incollato alla pagina, proprio in virtù di quella abilità psicologica che ci rivela un’autrice tanto giovane quanto perfettamente consapevole del suo talento letterario.


Recensione:

Il silenzio che sento non è solo intorno, ma mi viene da dentro e mi paralizza. Sono io stessa il silenzio.

Un colpo al cuore, ecco quello che si sente dalle prime pagine del romanzo d'esordio di Anna Giurickovic Dato. Quella che sembrava un'atmosfera di gioia nel bellissimo e colorato Marocco, si rivela ben presto una cupa nube di angoscia, quella che sembra una felice famiglia italiana a Rabat, si mostra per un nucleo di tre persone che guardano ma non vedono. Nella caotica, moderna e al contempo tradizionale capitale marocchina c'è una casa le cui finestre si affacciano su una grande e e bellissima buganvillea, quando non la si guarda affascinati si osserva la normale quotidianità di una piccola famiglia: Silvia, giovane madre innamorata follemente del marito, Giorgio, un uomo che cela una distopia mascherata da amore famigliare e Maria, la piccola ed intelligente figlia femmina.

Mi sembra impossibile comprendere come persone che condividono lo stesso tetto e abitano dentro comuni abitudini possano effettivamente vivere e sentire in maniera diversa, talvolta opposta, lo stesso identico attimo di vita.

Sembra un sogno, quello che vive Silvia, fino a quando la stanza di Maria non viene chiusa alle spalle del marito in procinto di far addormentare la figlia. E' durante una di queste sere che Maria si vede invadere il letto, è la prima volta che sente tutto il peso del padre addosso, è la prima volta che il suo corpo viene usurpato silenziosamente. Di sere simili se ne susseguono altre e, mentre Giorgio fa l'impassibile, Maria perde la sua innocenza e la sua infantilità scoprendo la disperazione, l'insonnia, l'altro lato della vita, quello cupo, quello che inghiotte nella solitudine più fangosa. E di segnali di aiuto e di ricerca di salvezza ce ne sono stati molti, ma forse la certezza e l'illusione di una serenità e stabilità sono più forti della verità. A questo ripensa Silvia, quella sera di sette anni dopo a Roma, mentre Maria si prepara e lei termina di cucinare la cena, in attesa di presentare il suo nuovo compagno alla figlia.

Sette anni fa siamo tornate a vivere a Roma per fingere che il passato non sia esistito. Luoghi diversi, che non portino il peso di quello che è stato, per far crescere la mia bimba lontana dalle violenze commesse e subite. Ma è come se il passato aleggiasse al di là dello spazio, si infilasse perverso negli attimi che avremmo preferito riservare alla gioia.

Una serata che sin da subito pare armoniosa e Maria sembra più allegra, ma è solo la calma prima della tempesta. I bicchieri i vino tintinnano, gli apprezzamenti alle pietanze sono numerosi, le richieste di attenzione di Maria da parte di Antonio altrettante. L'eleganza ben presto fa spazio alla volgarità e Antonio sembra come soggiogato da questa bambina tredicenne che sa di avere in suo potere la sensualità. Il vestitino di Maria si alza sempre di più e l'occhio di Antonio spesso cade su quei fiorellini lillà delle sue mutandine, e il tutto avviene sotto agli occhi impotenti di Silvia. Ancora una volta la madre si ferma a guardare, e ripensa al male che è stato fatto alla sua bambina, alla sua incapacità di proteggerla e di liberarla dalla perversione degli uomini. Indebolita e fiacca, pare morta dentro, mentre Maria gode della situazione ben consapevole del male che fa riaffiorare e che, anche questa volta forse, è responsabile di avere generato.

Sono confusa, terribilmente affaticata, stanca sia se mi guardo indietro sia se mi guardo avanti. Tra i giochi del conscio e dell'inconscio, del detto e del sentito, non so più rendermi conto se ciò che accade, accade perché io lo vedo accadere, o se invece avviene nella realtà, figo di dormire e non intervengo in alcun modo.

La figlia femmina è stato un colpo al cuore sin dalle prime pagine, un nodo alla gola costante per quelle poche centinaia di pagine. Lo stile di Anna Giurickovic Dato è di una bellezza inebriante e la scrittura provocante e seducente come la storia; una storia che concentra perversione, immoralità, corruzione dell'anima, creando nel lettore turbamento e, talvolta, patimento. Una scrittura inclemente, dura, che non si risparmia i dettagli. La figlia femmina è semplicemente sconvolgente.

- Le figlie femmine... in molti paesi se sono brutte è un vero problema -. 
- Se sei femmina sei sola -.

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