Recensione: Dolore di Zeruya Shalev

Buongiorno, amanti della lettura!
Oggi vi propongo la mia recensione di un libro che ho amato con tutta me stessa: Dolore è stata una lettura invernale che ho letto pian pianino, perché ci vuole forza e tempo per assimilare tutte le emozioni che Zeruya Shalev riesce a infondere.


Titolo: Dolore
Autore: Zeruya Shalev
Editore: Feltrinelli
Prezzo: €18.00
Data di uscita: 9 giugno 2016


Trama:
Iris - quarantacinque anni, sposata, con due figli - pensa di aver lasciato dietro di sé i due grandi traumi della sua vita: l'abbandono da parte del primo amore, Eitan, che l'ha portata giovanissima a desiderare la morte e, anni dopo, l'attentato di cui è stata vittima che l'ha portata tra la vita e la morte. Ma a distanza di dieci anni da quell'attentato, Iris non si aspetta il riaffiorare del dolore fisico, di quei ricordi terribili, ma soprattutto non si aspetta di rincontrare per caso Eitan. Se a questo si aggiungono il sospetto che il marito Michi abbia un'amante e la preoccupazione per la figlia, plagiata da un uomo molto più grande di lei, la vita di Iris sembra andare di nuovo in frantumi e la situazione diventa ingestibile.


Recensione:
Il dolore è sordomuto. Non ascolta le preghiere di pietà di chi ne è torturato, non si fa sentire da nessun'altro se non dall'addolorato. Quella mattina di dieci anni fa, poi, quando Iris ha accompagnato i figli a scuola, il dolore è esploso in pochi secondi devastando tutto ciò che aveva intorno: lo hanno chiamato attacco terroristico. Iris non sarà mai più la stessa donna di prima, dopo chissà quante operazioni e quante volte il suo corpo è stato aperto e poi richiuso su quella fredda lastra di metallo sotto gli occhi dei medici. I dolore, infine, è sparito, fino a quando dieci anni dopo torna a martoriarle il corpo come se volesse far quadrare i conti perché creditore. Ma quel dolore sordomuto che la fa svegliare quella mattina, non è altro che la trasposizione emotiva dello stesso che le attorciglia le emozioni.

Ma ad assordarle le orecchie non era stata la potenza dello scoppio bensì un altro suono, più profondo e terribile: quello provocato dal repentino addio alla vita di decine di passeggeri sull'autobus, il lamento di madri che lasciavano degli orfani, l'urlo di ragazzine che non sarebbero mai diventate adulte, il pianto di bambini che non sarebbero più tornati a casa, di mariti separati per sempre dalle loro mogli, il gemito di membra amputate, di pelle bruciata, di gambe che non avrebbero più camminato, mani che non avrebbero più abbracciato, della bellezza che sarebbe appassita nella terra.

Viene a galla il dolore per il padre morto in guerra, il dolore causato dalla madre alienata dopo il lutto, il dolore che Eitan, il suo più grande amore, le ha causato quando anch'egli cercava una via di fuga per riprendere a respirare. Entrambi figli dell'orfanità, entrambi destinati a soffrire alternamente nella vita, si rincontrano grazie a questo. Nel reparto di Terapia del Dolore di cui Eitan è primario, i loro sguardi non si incontrano, ma il dolore, quando si trova, si riconosce, anche se non parla e non sente.

Quando ci si guarda indietro ogni particolare sembra cruciale ma le cose vanno prese per come sono, nel loro tempo reale, senza l'astrazione che procura loro il futuro, ora si gira nel letto con sforzo, premendo le mani sulle cose, ancora una volta memore di quanto doloroso possa essere il più impercettibile movimento.

Iris, così, presa dalla possibilità di prendersi ciò che le è stato tolto e pensando che questa volta le schegge nel corpo che le fanno male siano di buon auspicio, si immagina una vita diversa iniziandone una parallela. Eppure basterebbe così poco per essere felice, ovvero essere felice e basta: ha un lavoro che la appassiona, due figli grandi, un marito che non l'ha mai abbandonata. Ma è proprio l'abbandono ad aver segnato Iris nella sua forma più crudele, tanto da temere di viverlo ancora, di veder andare via il figlio nell'esercito, di vedersi portare via la figlia con cui ha un rapporto conflittuale. Lei, preside autoritaria che vive di disciplina, si ritrova tra le mani una situazione di accumulo ingovernabile. Il dolore, intanto, la indebolisce come per ricordarle di prendere una decisione.

[...] le sue storie si intrecciano con il resto degli eventi, diventano il grande tessuto delle loro vite.

Dolore è un libro che mi ha ammiccato tempo fa promettendomi emozioni forti e così è stato: emozionante fino a spossare l'anima. Struggente nello spogliare il dolore, la maternità, e la personalità di una protagonista nelle sue debolezze più profonde, di come tornando nel passato è iniziato una catarsi della sua anima, mentre il dolore si ripercuote sul presente offuscando il futuro.
Il libro di Zeruya Shalev è dalla trama semplice, ma dal contenuto travolgente e impetuoso, dallo stile unico e potente; la cui prosa è pura poesia, pura commozione, pura passione.

Il passato fonda il futuro? Il passato sbriciola il futuro. Il passato polverizza il futuro.

Commenti

  1. concordo la Shalev è oggi la migliore scrittrice israeliana al livello della bennota terna Oz Grossmann e Yeoshua.

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    1. Di un talento raro! Non vedo l'ora di leggere altro della Shalev, ma anche degli altri grandi autori ce hai citato :)

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  2. E' da un po' che ho puntato questo libro, mi sa che è arrivato il momento di leggerlo.

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    1. Bellissimo, ma deve davvero essere il suo momento o si rischia che non piaccia :)

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