Recensione: Viaggio sul fiume di Robert Nathan

Buongiorno, amanti della lettura.
Il gigante della letteratura americana Robert Nathan viene riproposto dalla casa editrice Atlantide dopo Ritratto di Jennie con Viaggio sul fiume, un racconto lungo che si legge tutto d'un fiato abbandonandosi a riflessioni di grande rilevanza.


Titolo: Viaggio sul fiume
Autore: Robert Nathan
Editore: Atlantide Edizioni
Data di uscita: 31 agosto 2016
Prezzo: €20.00

Trama:
Che cosa ricorderanno di noi, alla nostra morte, le persone che amiamo? Ricorderanno le cose che abbiamo fatto per loro, o l’affetto con cui abbiamo punteggiato le loro giornate? Terranno salda la nostra memoria o, piuttosto, il nostro pensiero sarà destinato a svanire con gli anni?
Minerva Parkinson teme che il suo Henry rammenterà solo la casa in ordine, e un piatto caldo sempre a disposizione. Teme che la ricorderà solo come una casalinga, dimenticando tutti i momenti felici, tutto l’amore. Così, quando scopre di avere meno di un anno di vita, decide di non perdere altro tempo e sceglie di creare per Henry un ricordo memorabile, di realizzare per lui un sogno. Vende le sue obbligazioni e acquista una barca per partire insieme in un viaggio lungo il fiume Missouri, fino a St. Louis, e poi a New Orleans. Quella che dovrebbe essere una lunga e serena vacanza che precede l’addio, si trasforma però completamente con l’imbarco a Nebraska City del misterioso e affascinante Mr. Mortimer, esperto navigatore, e della giovane e graziosa parrucchiera Nora, dai grandi occhi chiari e dall’incerta salute.
In Viaggio sul fiume, insieme a Ritratto di Jennie tra i vertici assoluti della sua vasta opera, Robert Nathan traccia i confini della vita e della morte, e dell’amore, fra quello che siamo e quello che avremmo voluto essere, fra il nostro destino e le decisioni che precedono il nostro congedo dal mondo.


Recensione:
Una quotidianità noiosa, ordinaria e rassicurante, quella che hanno condiviso Minerva e Henry Parkinson. Moglie e marito che hanno messo radici nella loro casetta dell'Ohio lasciando da parte i sogni e i desideri per vivere una vita tranquilla e senza troppi imprevisti, una scelta non fatta dai coniugi ma naturale come conseguenza di silenzi religiosi e un rispetto amorevole tra i due. Scelta che, però, non ha escluso del tutto tutti gli imprevisti. La vita noiosa e ordinata di Minerva si fa interessante quando lei procede per strada con un sorriso sereno sul volto e una rassegnazione d'animo che fanno sì che lei acquisti spessore letterario. Minerva, infatti, scopre che è malata gravemente e che le rimane ben poco da vivere, ed è qui che inizia l'Odissea dell'animo umano e Minerva inizia a ripensare alla sua vita, quella di moglie di Henry, di moglie devota e dedita al marito, quella in cui forse ha sbagliato. Si chiede che fine faranno i momenti belli e felici che hanno vissuto, e una domanda rivolta al marito la mette in agitazione perché pare che quei momenti stiano lentamente sbiadendo dalla memoria di Henry, mentre rimangono intatti i ricordi di quelli scanditi dal ritmo del matrimonio.

Se solo Henry l'avesse ricordata; se solo avesse ricordato questo unico e ultimo viaggio insieme, se solo lei avesse potuto in qualche modo legarsi per sempre al suo cuore, prima di essere trascinata via dal fiume, verso il mare in attesa.

Minerva decide di porre rimedio a questo problema in modo che il marito di lei non ricordi soltanto la moglie, i suoi pasti caldi e la casa pulita, ma la donna che ha amato, con cui è stato felice e che ha realizzato il suo sogno più grande. Ed è così che vende le sue obbligazioni per intraprendere con Henry un viaggio lungo il Missouri, per fare poi tappa a St. Louis e New Orleans. Un viaggio che presto si affollerà con altre due presenze: quelle di Mr. Mortimer e la giovane Nora. Il primo è un uomo misterioso che sembra proiettare la sua attenzione su Minerva, attenzione che in qualche modo viene ricambiata. Mentre dall'altra parte ci sono Nora ed Henry, che si lasciano andare a conversazioni apparentemente superficiali e in cui viene a galla la salute cagionevole dell'ingenua Nora.

Pensava alla curiosa longevità delle cose, caratteristica che le rendeva quasi immortali.

L'attrazione tra Minerva e Mr. Mortimer è fatale, non convenzionale, necessaria. Lui ha una missione, durante quel viaggio, e non può non portarla a termine. Ed è così che nel lungo racconto di Nathan si parla di morte e di vita, dell'immortalità delle persone che ormai sono seppellite, del destino che comunque vada deve procedere, del desiderio che scava la mente di tutti gli esseri umani, quello di non essere mai dimenticati, di lasciare un'impronta indelebile in coloro che rimangono. Un desiderio che si trova in bilico tra egoismo e altruismo, che non sappiamo se nasca dal desiderio di tutelare e proteggere chi ha ancora un corpo caldo, o se abbiamo paura di essere dimenticati.

Forse uno dei motivi per cui gli uomini e le donne erano veramente una forma più alta e nobile di vita era che si amavano e continuavano ad amarsi, e ad essere affettuosi e gentili l'uno verso l'altra, fino alla morte.

Viaggio sul fiume è un racconto lungo che si legge tutto d'un fiato; con una trama esile, un'ambientazione unica e tantissimi punti di riflessione, leggiamo di un Nathan che ancora una volta crea una narrazione suggestiva, liberatoria e fluida, mentre la testa si riempie di riflessioni e domande sul senso dell'esistenza umana.

La morte è inevitabile, per tutte le creature viventi; ma la vita è imponderabile. E di tutti gli aspetti della vita, le sue qualità, le sue virtù e i suoi difetti, l'amore è il più imponderabile in assoluto.

Commenti

  1. Wow...mi incuriosisce molto...argomento che tutti prima o poi si ritrovano a commentare...baci baci Siham

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