Recensione: Un figlio di Alejandro Palomas

Buongiorno, amanti della lettura.
Oggi vi propongo la mia recensione di Un figlio, un romanzo breve, profondo, singolare e indimenticabile: assolutamente consigliato!


Titolo: Un figlio
Autore: Alejandro Palomas
Editore: Neri Pozza
Data di uscita: 22 settembre 2016
Prezzo: €16.00


Trama:
Guille non ha niente in comune con i suoi compagni di quarta elementare: è taciturno, non ama il calcio e ha sempre la testa tra le nuvole. Sarà perché non si è ancora ambientato nella nuova scuola, dice suo padre, Manuel Antùnez, quando la maestra Sonia lo convoca d'urgenza in aula docenti. Sonia, però, scuote la testa. Quella mattina, prima dell'intervallo, ha chiesto agli alunni che cosa avrebbero voluto fare da grandi. C'è chi ha risposto il veterinario, chi Beyoncé, chi ancora l'astronauta, Rafael Nadal o la vincitrice di The Voice. Guille ha risposto... Mary Poppins. E ha anche motivato la sua scelta: vuole essere Mary Poppins perché è una signora simpatica che sa volare, ama gli animali e, quando non lavora, può nuotare nel mare insieme ai pesci e ai polipi. Sonia consiglia a Manuel di affiancare al bambino una psicologa scolastica che lo aiuti ad aprirsi con i compagni e a non rifugiarsi in un mondo immaginario e strampalato, e il padre si dice d'accordo. Nessuno dei due adulti ha, però, intuito il vero motivo della risposta di Guille. Avere i poteri magici di Mary Poppins significa per il bambino risolvere d'incanto tutti i suoi problemi. Gli basterebbe, infatti, cantare Supercalifragilistichespiralidoso e sua madre tornerebbe a casa, suo padre smetterebbe di passare le sere a piangere e la sua amica Nazia non sarebbe costretta ad andare in Pakistan a sposare un signore anziano che neppure conosce...


Recensione:
Ci sono libri magici, libri che ti entrano dentro l'anima e non riesci a smettere di pensarci, non riesci a dimenticarli; mai più. Certi libri sono come dei bambini, li vorresti abbracciare fortissimo, e più li abbracci più li ami. Bambini come Guille che vede il mondo con incanto, che passa il tempo immerso nei libri, a giocare con le bambine, a guardare i musical. Si aggrappa a ciò che gli rimane della madre Amanda che è andata a lavorare dall'altra parte del mondo, si aggrappa al ricordo delle sere davanti alla TV e alla sua voce che gli narra dolci e magiche storie, a Mary Poppins che con la sua parolina magica aggiusta tutto ciò che di storto c'è.

- Avevi ragione - ho detto. - C'è la punta di un iceberg e il resto sta sotto. E' come se Guille fosse il guardiano di un castello pieno di segreti che deve mantenere nascosti, ma che che sente il bisogno di condividere con qualcuno perché è una responsabilità troppo grande per lui. O come se... -

E di storto c'è quell'amica che quando ride si copre la bocca con il velo perché si fa così nelle loro tradizioni, Nazia che presto si dovrà sposare con quel cugino più vecchio e ricco. Di storto, però, c'è anche un padre consapevole di avere un figlio "speciale", ma nei termini sbagliati. Speciale non perché gli piace stare con le sue amiche o speciale perché ama Mary Poppins; Guille è speciale davvero. Speciale perché è un bambino da una forza sovrumana, perché dietro a tutta quella felicità Guille è un bambino che nasconde un mondo intero, un bambino che mentre cammina con il papà, mano nella mano, sembra trascinarsi un peso morto dietro.

Guille trascinava suo padre, ma non come fa un bambino quando trascina un adulto perché è impaziente o entusiasta di fare qualcosa, o quando ha fretta di arrivare a casa. No, non era per quello. Guille trascinava suo padre come un piccolo rimorchiatore trascina una nave stanca e alla deriva verso il porto.

E i pesi in quella famiglia a due sono ormai tantissimi: il padre che non accetta l'evidenza, che piange tutte le notti, le cui fatiche per nascondere il suo malessere sono inutili. Fatiche alleviate da Guille e la sua allegria infinita, il suo credere nel potere delle parole e nel potere di Mary Poppins. Supercalifragilistichespiralidoso e la mamma tornerà presto, Nazia rimarrà la sua vicina di banco, e papà smetterà di piangere. Con l'aiuto della maestra Sonia e e la psicologa infantile Maria, il pozzo di Guille vedrà la luce: dei disegni che esprimono le sue emozioni, quei segreti inconfessabili ma che in fondo non vede l'ora di rivelare come una richiesta disperata di aiuto.

- Ci si mette del tempo a diventare grandi? - Sorrisi. Guille ha due occhioni azzurri che guardano tutto senza alcun pudore.

Un figlio è una storia che sembra un soffio, breve e delicata; una prosa magistrale aiutata dalla traduzione impeccabile. Un romanzo breve che sa di magico e di innocenza infantile, una storia che fa sorridere e commuovere, che fa tremare il cuore di emozione, di tenerezza e anche di molta malinconia. Una malinconia che fa del bene al cuore, complice un finale lento e indimenticabile e una scrittura superlativa. Un figlio è una lettura profonda, singolare, il nuovo "Il piccolo principe", una favola moderna che mi sento di consigliare vivamente e che merita tantissimo.

La verità.
Fanno proprio bene a dire che, quando passiamo molto tempo a cercare la verità, il giorno in cui finalmente salta fuori tutto diventa più difficile.
Come si fa ad accettare la verità?
La cosa strana non è tanto averla avuta davanti agli occhi per tutto il tempo e non averla riconosciuta che all'ultimo momento. La cosa veramente strana è che, quando finalmente la si scopre, la verità non permette scelte a lungo termine. Ci obbliga ad agire, quasi sempre con urgenza.

Commenti

  1. Wow che bella recensione!
    La cover colpisce subito per la cover particolare, ma leggendo il post anche la trama non sembra da meno. Credo che lo aggiungerò subito alla WL!

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    1. Oh, è semplicemente meraviglioso e lo sto consigliando a tutti :)

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  2. Risposte
    1. Come no? Se ti capita dagli una possibilità perché merita tantissimo *-*

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  3. Sai che in libreria l'ho messo proprio accanto a Il piccolo principe? Sono certa che ancora tante e tante volte andrò a trovare Guille, a sfogliarlo e cercare tra le pagine un po' di magia. :)

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