Recensione: Il regista di Elisabetta Cametti

Buongiorno, amanti della lettura.
Oggi vi propongo la mia opinione su Il regista, un giallo degno di essere chiamato tale. Nulla è come appare, le persone non sono quello che dicono di essere e ciò che si ama è la propria condanna a morte.


Titolo: Il regista
Autore: Elisabetta Cametti
Editore: Cairo Publishing
Data di uscita: 12 novembre 2015
Prezzo: €18.90

Trama:
New York, oggi. Veronika Evans è una fotoreporter che ritrae l'umanità emarginata della metropoli. I suoi scatti scioccanti ottengono milioni di visualizzazioni al giorno, decine di migliaia di tweet all'ora: un immenso popolo di follower in mezzo al quale si può nascondere chiunque. Barbara Shiller è una profiler del NYPD, che affronta ogni caso di omicidio con la rabbia di chi deve scontare un tragico errore di valutazione. Intorno a lei, un mondo di uomini a cui vorrebbe far dimenticare la propria bellezza. Poi c'è la puntata di un talk show da Emmy Award andata in onda l'anno precedente, i cui ospiti sembrano candidati a una morte teatrale quanto atroce. Per quella macabra sequenza di omicidi, i primi indagati sono i partecipanti ancora in vita, tra i quali Veronika e il suo concorrente Derek Crane, ma anche un reporter di guerra scomparso da giorni e il conduttore del talk show. Tutti sono sospettati, nessuno è al riparo. Tutti con un alibi forte, e un passato discutibile. Tutti possibili carnefici. Tutti potenziali vittime. Gli indizi si rincorrono, senza mai portare a un movente. 29 ore in countdown: in un'escalation di violenza e terrore si delinea l'ombra di un regista con la sua incredibile strategia omicida, che scriverà una nuova pagina della storia del crimine.


Recensione:
29 ore. Un piano diabolico. Un morto, due, e poi tre. E ogni volta la vittima ha qualche parte del viso mutilata, e tutte hanno qualcosa in comune: i bulbi oculari asportati e sostituiti da una fotocamera.
Veronika Evans, la fotoreporter acclamata dai fan e amata perché disseppellisce quello che la società non vuole vedere, ovvero il suo degrado. Ha a cuore tutte quelle persone che, per un motivo e per un altro, si ritrovano senza casa e senza nulla sui cigli della strada.
A farle concorrenza c'è l'egocentrico Derek, l'ex avvocato dei vip che desidera Veronika fuori dai piedi per poter diventare lui il fotoreporter più amato, al punto tale da essere pronto a comprare l'agenzia di lei. Non possono che odiarsi, Veronika e Derek, anche quel giorno che si trovano faccia a faccia in un talk show, insieme ad altri, che cambierà loro le vite radicalmente.
Iniziano gli omicidi e le vittime sembrano essere proprio i partecipanti al talk show. Un'indagine che all'inizio non pare così complessa e che viene assegnata alla carismatica e fredda Barbara del NYPD, la profiler segnata da un'errore da lei commesso, dalla cieca fiducia che ripone negli altri e decisa a non rifare più lo stesso sbaglio.

Come ogni condannato a morte, Veronika si sentì stupida per avere sprecato attimi di esistenza. Non importava se ore, giorni o anni: ormai l'unità di misura era astratta, Ciò che importava erano le occasioni di serenità di serenità perse davanti allo specchio per assecondare ossessioni e paure.

Il tempo passa, le ore iniziano a diminuire e l'indagine prende risvolti inaspettati quanto imprevedibili. Quello che doveva esser un assassino si stra trasformando in un serial killer, Veronika e Derek dovranno accantonare i loro rancori per scoprire cosa li collega agli omicidi ed evitare di essere le prossime vittime. Il tutto, infatti, sembra essere connesso ai due: Veronika e il suo passato vengono a galla, Derek e i favori che faceva agli amici sembrano ritorcersi contro di lui. L'insospettabile diventa realtà, mentre la trama si arricchisce sempre di più di personaggi che assumo rilevanza e a cui ci si affeziona. Nessuno è escluso e nessuno sembra avere scampo mentre qualcuno, da sopra, muove le fila di ciascuna vita con ricatti, minacce, e i punti di debolezza di ciascuno dei personaggi diventa il motivo per cui esaleranno l'ultimo respiro. Ognuno ha qualcosa che ama e che non vorrebbe perdere ma proteggere a costo di qualsiasi cosa: l'essere umano è così frangibile con le sue emozioni. Le stesse che nel romanzo di Elisabetta Cametti sono una condanna a morte. Tutti non sono quello che sembrano, tutti hanno una seconda vita, tutti sono pronti a tradire.

Fino a qual momento era riuscita a ma, mantenersi lucida, ora l'angoscia la metteva in ginocchio. Non c'erano più dubbi nella sua testa, nessun interrogativo. Conosceva ogni risposta. E vedeva la conclusione. Un baratro. E in fondo al baratro, la morte.

Il regista è una storia che parte in quarta sin dalla prime pagine: non c'è spazio né tempo per i cosiddetti convenevoli, per un prologo lento che permetta al lettore di prender confidenza con i numerosi personaggi; si impara a conoscerli durante l'azione. La trama creata da Elisabetta Cametti è come un puzzle che pian pianino prende forma, non ci sono errori o anomalie nella narrazione, non ci sono equivoci o dubbi che non vengano sciolti. Così l'autrice ci accompagna verso un epilogo che non ammette lieti fini, come del resto ci si aspetterebbe da una storia di questo genere, senza però cadere nella banalità; con una penna precisa, intelligente, decisa, senza pause e con continui colpi di scena. Il regista è un giallo coi fiocchi.

Sono tutti possibili colpevoli fino alla fine.

Commenti

  1. Lo voglio! Non posso stare a lungo lontana da questo genere letterario XD

    RispondiElimina
  2. Amo i libri della Cametti, ma questo sicuramente è il migliore. L'ho divorato in pochissimo e l'ho amato tanto. Sicuramente uno dei migliori thriller che io abbia mai letto, bellissimo!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, io non me l'aspettavo mica! E' stata una bella sorpresa e non vedo l'ora di leggere altro di suo :)

      Elimina

Posta un commento