Recensione: Raccontami dei fiori di gelso di Aline Ohanesian

Buongiorno amanti della lettura.
Oggi vi propongo la mia recensione di un libro emozionante, devastante, dove l'urlo di un popolo intero squarcia il silenzio, nemico della giustizia.


Titolo: Raccontami dei fiori di gelso
Autore: Aline Ohanesian
Editore: Garzanti Libri
Data di uscita: 9 giugno 2016
Prezzo: €16.90

Trama:
Quando i ricordi ritornano alla mente, a volte non si è preparati ad accoglierli. Soprattutto se si è fatto di tutto per far tacere la loro voce, per nascondere le sensazioni che portano con sé. È cosi per Seda, che credeva di aver finalmente seppellito il passato per sempre. Ma ora è tornato e parla del paese da cui si è allontanata senza voltarsi indietro. Parla della Turchia dove affondano le sue radici, il paese di cui sente ancora il profumo delle spezie e il rumore dei telai al lavoro nell'azienda della sua famiglia. Da lì proviene il giovane Orhan, che adesso vuole delle risposte. Vuole sapere perché suo nonno, Kemal, ha lasciato la loro vecchia casa a Seda, una sconosciuta che vive in America. Lei capisce che è arrivato il momento di scendere a patti con la sua memoria e con quella colpa che non ha mai confessato a nessuno. Decide di affidare a Orhan la sua storia. La storia di lei ancora ragazzina che si innamora di Kemal all'ombra di un grande albero di gelso, i cui rami si innalzavano fino a voler raggiungere il cielo. Un amore spezzato dalle deportazioni degli armeni, all'alba della prima guerra mondiale. Un amore che ha costretto Seda a scelte difficili i cui rimpianti non l'hanno mai abbandonata. Solo con Orhan ha trovato il coraggio di riaprire quelle vecchie ferite. Di rivelare una verità da cui possa nascere una nuova speranza. Perché il passato, anche se doloroso, va ascoltato e deve insegnare a non dimenticare.


Recensione:
La storia si ripete, si dice, e l'uomo non impara mai nonostante tutte le repliche. Leggere un libro come quello di Aline Ohanesian in questo momento particolare della storia strazia il cuore. Come si strazierà quello di Lucine quando, alla sua tenera età, realizza che la guerra in Turchia spinge da più fronti minacciando lei, la sua famiglia e quelli come lei. Loro sono armeni e cristiani  nel musulmano e non ancora ufficialmente paese turco. Considerati degli scarafaggi che vogliono impossessarsi del paese e trasformarlo, sono emarginati; gli uomini devono essere più discreti nella loro attività lavorative, le donne hanno paura di uscire con i capelli non velati e la loro libertà di persona viene limitata. Iniziano gli arresti per i cosiddetti rivoluzionari, coloro che non vedono l'ora di allearsi con il nemico, i russi, e di vendere il paese a questi. La paura dei turchi che gli armeni siano una cellula cancerosa e silenziosa, nel cuore del loro paese, si fa strada nelle meni turche. Lo zio di Lucine, Nazareth, viene arrestato, il padre convocato con altri per un'assemblea, mentre le donne, i bambini e le persone che non rientrano in una determinata fascia d'età incominciano il loro cammino verso una destinazione sconosciuta, come un gregge di pecore impaurito e con i pochi averi che gli è concesso portarsi dietro durante la deportazione.

Il gelso di Hairing è la cosa più grandiosa che Lucine abbia mai visto. Emerge dalla terra come la mano di Dio, le dita allargate che cercano di ghermire ogni frammento di sole, di vento e di cielo. I suoi rami attirano le gambe e le braccia irrequiete dei bambini e i suoi frutti inumidiscono le loro lingue secche.

Un viaggio in cui la violenza per mano dei soldati turchi non vede l'ora di scatenarsi; Lucine e la famiglia vedono degli occhi vitrei, le pozze di sangue denso e rosso vivo, vedono il loro Dio insultato, vedono la fede che vacilla, persone separate dalla loro famiglia, ragazzine che vengono prese per i capelli per appagare i desideri carnali dei soldati turchi senza scrupoli. Le famiglie vengono distrutte, come quella di Lucine, che ben presto si troverà sola e con un senso di colpa che le toglierà la parola e la voglia di vivere.
Dall'altra parte c'è Kemal, il turco musulmano che voleva portarla in salvo e che, tacitamente, ha promesso amore eterno per Lucine. Un amore impossibile che non sa ancora di amore, mentre gli anni passano, che nasce sul filo spinato e su due terreni diversi e poco fertili.

La donna che ha avanti è come un arazzo antico i cui fili fittamente potrebbero raccontare una storia notevole, se solo sapesse come districarsi. Basterebbe trovare un filo allentato, e tutto quanto rotolerebbe fuori da quelle labbra serrate.

La storia di Lucine, poi diventata Seda per essere protetta, di Kemal e di tutta una serie di personaggi credibili e così umani da far venire la pelle d'oca, viene raccontata a Orhan, il giovane fotografo che vuole sapere chi è. Orhan si vede trasportare tra passato e presente, lui che sembra non aver mai dato importanza al primo e alla sua storia, la storia turca e armena. Un  intreccio di racconti e di emozioni che invece di chiarirgli le cose, lo confondono ancora di più per poi fargli prendere una posizione non estrema: né da una parte né dall'altra, ma una posizione che prende in considerazione due popoli che, a distanza di tempo e ancora oggi, non hanno buttato nell'oblio un capitolo di storia molto triste, che sembra non avere una fine.

Quello che importa non è ciò che il mondo ti fa, ma come reagisci tu.

Raccontami dei fiori di gelso, scritto da un'armena che ha promesso di fare da portavoce a tutti gli armeni, è una storia devastante che credo tutti dovremmo leggere. Il genocidio armeno, sebbene non sconosciuto, rimane poco conosciuto e, seppur in maniera romanzata, Raccontami dei fiori di gelso è scritto senza risparmiare dettagli, senza essere appesantito dalla questione politica ancora aperta tutt'oggi. Un romanzo che rompe il silenzio di una questione irrisolta, dopo un secolo e un milione e mezzo di vittime, che trasmette emozioni fortissime e palpabili. Un libro commovente e indimenticabile.

Il silenzio è nemico della giustizia.

Commenti

  1. Non posso fare a meno di notare che in questo periodo ti stai dedicando a letture particolarmente intense.
    Questo romanzo mi era già saltato all'occhio, mi è capitato di leggere su Il Libraio anche un'intervista all'autrice e alla fine mi sono ripromessa che devo leggerlo.

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    1. Sei una buona osservatrice, Rosa :*
      Oh, è una lettura impegnativa dal punto di vista emotivo e pieno di punti di riflessione. Io mi sento di consigliartelo ^^

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  2. L'avevo adocchiato e aspettavo una recensione. La tua mi ha convinta. Lo leggerò :)

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    1. Oh, ma che bello! :) Spero che ti piaccia, perché penso a Chiara Gamberale e a Fenoglio, i cui ultimi libri mi sono piaciuti mentre a te no. Incrocio le dita! :)

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