Recensione: La distrazione di Dio di Alessio Cuffaro

Buongiorno, amanti della lettura.
Oggi vi propongo la mia recensione di "La distrazione di Dio", un libro che ho trovato perfetto nella prosa elegante, nello stile composto, ma in cui viene a mancare l'emozione.


Titolo: La distrazione di Dio
Autore: Alessio Cuffaro
Editore: Autori-Riuniti
Data di uscita: 19 maggio 2016
Prezzo: €15.00

Trama:
Morire e risvegliarsi altrove, in un altro corpo. Questo succede improvvisamente a Francesco Cassini, stimato ingegnere nella Torino di fine Ottocento. Che cosa è successo? Come è stato possibile? Chi crederà alla sua storia? La legge universale che regola il destino di ogni individuo pare essere saltata: Francesco è vittima di una distrazione di Dio. Ai dubbi e alle difficoltà del trovarsi estranei a se stessi, con un altro corpo da abitare, si alternano però anche le avventure e le possibilità che il protagonista del libro si troverà a vivere, innescando una serie di vicende drammatiche, ironiche e struggenti che attraverseranno l'intero secolo. Un romanzo che esplora territori narrativi inediti e che trasforma la nostra idea di identità, di corpo, di destino.


Recensione:
E se Dio si distrasse un attimo? Se quella distrazione, quell'attimo, vanno a condizionare tantissime vite in maniera invasiva? In primis lui, Francesco Cassini, che nasce in una famiglia che di affetto non ne dà, ma che vede una madre privare i fratelli di quell'uovo in più e di quel banco scolastico solo perché ha per Francesco un sacco di progetti che, indirettamente e non linearmente, lui toccherà con mano. Francesco, infatti, avrà una vita piena di agi, ma anche di rimorsi per quella madre biologica che non ha potuto avere appieno, una vita che come tutte le vite della terra arriva al capolinea. Ed è qui che Dio si distrae e scombina lo schema per cui lascia una fessura tra vita e morte, per cui in Francesco queste due si sono scontrate e la prima ha avuto la meglio. Da quell'attimo fatale il protagonista, ogni volta che morirà, si risveglierà in un altro tempo, in un altro luogo, in un altro corpo.

Se c'era una cosa di cui avrebbe potuto approfittare della condizione di non-morto in cui si trovava era il fatto di poter diventare una persona nuova.

Prima torna giovane nel corpo di Jacques e, confuso, confida quello che è alla madre di questo. Lei, Valérie, lo abbraccia e in lui vede un prolungamento dell'anima del figlio ormai deceduto. Francesco, però, inizia a nutrire sentimenti diversi per lei, un amore impossibile gli riempe il petto e lo tormenta, mentre il rifiuto di lei è categorico e il sentimento non lascia la sua morsa.
Francesco è anche il giovane Josef che, insieme ai fratelli, cerca di portare avanti la baracca con la loro arte, di sfamarsi e di riscattarsi da quella vita che gli ha tolto più di quanto gli ha dato. Gli ha dato anche la guerra, che bussa pesantemente alla porta e minaccia tutti quanti. E tra le macerie e i piani di liberazione un altro amore sboccia, la vita va avanti nella sua monotonia, e Francesco rimane in attesa della morte per scoprire in quale corpo sarà, quale vita ruberà.
Come quella di Zoe, la donna apparentemente dalla vita perfetta nella cosmopolita New York, ma intontita da un'infelicità che non le lascia scampo e che la affoga fino a toglierle la vita.
Jacques, Josef, Zoe e tantissime altre vite che lui conduce senza ribellarsi, senza più aspettarsi nulla di diverso, senza più la speranza di essere parte di quella giostra inarrestabile. La morte si fa beffa di Francesco per un secolo intero, per il mondo, e lui pian pianino vede morire le persone che ama, le vede scomparire dalla vita terrena mentre lui è così fortunato, oppure maledetto, da rimanerne ancorato.

Si chiese quando sarebbe mai finito quello scherzo della natura che lo aveva coinvolto. Si chiese quale senso potesse mai avere continuare a vivere facendo finta di non aver già vissuto.

Quello di Cuffaro è un esordio particolare con una casa editrice fuori dagli schemi; "La distrazione di Dio" è un romanzo dalla prosa elegante, dallo stile pulito, composto, disciplinato, forse un po' troppo disciplinato. Infatti, per quanto la storia sia stata coinvolgente perché ha stimolato la mia curiosità, mi ha dato l'impressione di essere stata portata avanti ambendo alla perfezione, tralasciando un elemento fondamentale per il lettore: l'emozione. Una storia come quella di "La distrazione di Dio" avrebbe potuto scatenare molte reazioni dal punto di vista emotivo e coinvolgermi di più anche in questo senso: la vita di Francesco Cassini, per quanto straordinaria sia stata, mi è passata davanti trovandomi del tutto impassibile e, quindi, il libro è stato del tutto ordinario nel suo complesso.

Uno alla fine si guarda indietro e si lascia tormentare da tutte da tutte le opzioni scartate nel corso degli anni, Se avessi fatto, se non avessi fatto. Non serve. E' come cercare di ripercorrere a ritroso una partita a scacchi persa, provando a risalire alla mossa che ha compromesso tutto.

Commenti

  1. Ciao Siham! Assolutamente d'accordo con te su questo romanzo. Interessante, ben scritto ma carente sul lato emotivo anche io immaginavo di rimanerne più coinvolta, vista la trama labirintica ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Vero? Mi fa piacere sapere che la pensi anche tu così. Vado a sbirciare la tua recensione :)

      Elimina
  2. Non conoscevo questo romanzo, e non mi dispiace scovare talvolta qualche nuovo autore esordiente. Però anche io sono una che si appoggia molto alle emozioni e a ciò che sento e percepisco durante la lettura. Sono combattuta!
    Ti mando un abbraccio nel frattempo che decido! Ahahah.
    Roberta

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Anche io sono come te, Roberta :) Un libro che non mi emoziona non è "speciale" per me.
      Un abbraccione XD :*

      Elimina

Posta un commento