Recensione: Bianca da morire di Elena Mearini

Buongiorno, amanti della lettura.
Oggi vi propongo la recensione di un libro "breve, ma intenso"; Bianca da morire però rimane una storia per la quale le stesse peculiarità possono creare amore, ma anche odio.


Titolo: Bianca da morire
Autore: Elena Mearini
Editore: Cairo Publishing
Data di uscita: 28 gennaio 2016
Prezzo: €13.00

Trama:
Nella Milano dei giardini verticali e della rinascita urbana, si muove Bianca, sedici anni, papà camionista e mamma casalinga, studentessa dell'Artistico, viso da diva anni Quaranta e unghie laccate di blu, quattro stelline bianche su ciascuna. Della vita sa due cose. Sa che non vuole diventare come sua madre, precocemente sfiorita in un sonnambulismo dei sentimenti e delle velleità, asservita ai bisogni di marito e figlio maschio, ma cieca davanti ai bagliori di speranza negli occhi della sua ex bambina. Sa che vuole diventare una star del cinema, oggetto di invidie femminili e di sogni maschili. E per farlo, è pronta ad ascoltare la più nera parte del cuore. Mentire, manipolare, sedurre. Uccidere. Per lei il corpo è un'arma letale, strumento di affermazione, di riconoscimento. Un corpo-arma per non morire anonima. Dove il linguaggio della cronaca e i sociologismi sul disagio giovanile non possono arrivare, Bianca da morire scava fino a toccare il grumo autentico di desideri e solitudine che partorisce azioni scioccanti. Bianca è l'incarnazione terribile delle nostre ambizioni frustrate, delle nostre paure infantili che non ci lasciano mai. Bianca è un Paese intero, che ha in Milano il suo specchio più illusorio. Bianca siamo noi.


Recensione:

Prima che lui si volti, io mi avvicino. Offro bocca, labbra e respiro in cambio di un silenzio giurato. Il nostro bacio tace la realtà e cancella i fatti.

Cammina con la testa alta, gli occhi fieri, il sogno negli occhi, la pelle bianca artificialmente e la consapevolezza di un corpo che erode gli animi con la passione, e li accende come un fuoco rosso. Bianca di nome, che come una vedova nera annienta le personalità facendole dondolare tra peccato e fede. Una madre che con il rosario in mano prega e si sottomette ad entità superiori e non: ad un Dio sordo, ad un marito rozzo, ad un figlio che pare un miracolo.

La mia posizione non cambia, il mio potere non crolla. Lo capisco dagli occhi che mi adorano nonostante questo volto sciupato. I maschi eccitati come accanto a una puttana triste, le femmine incantate dal sacro dolore di una vergine.

Bianca, in una Milano grigia e dove la criminalità pullula, sogna la Roma dei sette re e sogna di divenire presto la regina del grande schermo. Poi c'è il bisogno del denaro per frequentare la scuola che le permetterà di realizzare il suo obiettivo, quei soldi che vanno investiti nel figlio e nel suo piede d'oro, nel figliol prodigo che è la nuova promessa del calcio. Il figlio maschio che mette in ombra Bianca, che inizia a sfregare via il colore dei colori, quello che le dà il nome, quando della sua infanzia non rimane neanche l'ombra invece.

L'agonia del vivere rivendica fiato, ma pare che l'aria non basti a riempire i polmoni di tutti.

Bianca nutre un odio profondo per quel fratello che la ostacola, che la rende invisibile agli occhi dei genitori, della mamma taciturna che invoca il Signore e della figlia che invece si rivolge ad un Satana travestito da lupo. Le fauci pronte a dare il colpo di grazia, il suo richiamo che sembra il canto di una sirena per Bianca, Bianca che si fa avvolgere dalle sue note e che perde la cognizione della vita. Bianca che inizia a premeditare un omicidio, un piano privo di falle, un'ambizione che fa tremare le ginocchia, un egoismo indistruttibile, una freddezza mentale ed emotiva che fa venire i brividi. Il corpo diventa il frutto proibito, il morso la perdita della coscienza; un'arma a doppio taglio, perché nessun peccato rimane impunito.

Resto immobile, rigida. Un'asse di legno assaltata dalla sparachiodi. Sono trafitta ovunque. Piena di ferro, buchi e cerchi vuoti.

Bianca da morire è uno di quei libri dove le pochissime pagine tolgono il respiro, il quale implora una tregua, ma che brama anche una fine. Una storia particolare nella sua narrazione, nella sua prosa poetica e nella protagonista che vorremmo abbracciare ma anche condannare. Un libro che lascia decisamente il segno, ma che forse non è adatto a tutti proprio per le stesse peculiarità che io ho amato: troppo macabro, troppo cupo, capace di suscitare sentimenti contrastanti ma che vanno a braccetto. Bianca da morire, di Elena Mearini, rimane però un libro di quelli che definisco "breve, ma intenso", come tutte le emozioni meravigliose.

Lei scrive le indicazioni per restare viva, mentre la vita le sfugge dal foglio.

Commenti

  1. Questo libro mi ispirava già dalla copertina e la tua recensione ha confermato le mie aspettative! <3

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  2. Una recensione particolarmente intensa per un romanzo che già dalle tue parole mette i brividi. Sotto vari aspetti mi ricorda "L'amante" di Marguerite Duras (manco a dirlo, breve ma terrificante!).
    Beh, io non posso fare altro che prendere nota.

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    1. Non ho mai letto "L'amante" della Duras, anche se mi prometto sempre di farlo, però se mi dici che i due si assomigliano sono molto curiosa! :)

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  3. Ciao siham!
    Non credo che il libro possa fare per me proprio per l'atmosfera cupa e cattiva, però mi incuriosisce.
    La tua recensione è semplicemente ammaliante, enigmatica e stupenda. Ho iniziato a leggere le prime righe e non sono più riuscita a fermarmi! :)

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    1. Ciao Jasmine, lo sai che adoro il tuo nome? <3
      Sì, so che molti non riescono a leggere i libri così: questione di carattere, oltre che di gusto, secondo me. E mai andare contro il proprio carattere, eh! ahaha :)
      Grazie mille, sei dolcissima :*

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