Recensione: Lo strano viaggio di un oggetto smarrito di Salvatore Basile

Buongiorno amanti della lettura.
Oggi vi propongo la mia recensione di un libro che mi ha piacevolmente colpita e che consiglio come lettura leggera ma anche profonda, per riscoprire il gusto delle piccole cose della vita e per riscoprire anche la magia dei colori.


Titolo: Lo strano viaggio di un oggetto smarrito
Autore: Salvatore Basile
Editore: Garzanti
Data di uscita: 5 maggio 2016
Prezzo: €16,90

Trama:
Il mare è agitato e le bandiere rosse sventolano sulla spiaggia. Il piccolo Michele ha corso a perdifiato per tornare presto da scuola, ma quando apre la porta della sua casa, nella piccola stazione di Miniera di Mare, trova sua madre di fronte a una valigia aperta. Fra le mani tiene il diario segreto di Michele, un quaderno rosso con la copertina un po' ammaccata. Con gli occhi pieni di tristezza la donna chiede a suo figlio di poter tenere quel diario. Lo ripone nella valigia, promettendo di restituirlo. Poi, sale sul treno in partenza dalla banchina. Sono passati vent'anni da allora. Michele vive ancora nella piccola casa dentro la stazione ferroviaria. Addosso, la divisa di capostazione di suo padre. Negli occhi, una tristezza assoluta, profonda e lontana. Perché sua madre non è mai più tornata. Michele vuole stare solo, con l'unica compagnia degli oggetti smarriti che ritrova ogni giorno nell'unico treno che passa da Miniera di Mare. Perché gli oggetti non se ne vanno, mantengono le promesse, non ti abbandonano. Finché un giorno, sullo stesso treno che aveva portato via sua madre, Michele ritrova il suo diario, incastrato tra due sedili. Non sa come sia possibile, ma sente che è sua madre che l'ha lasciato lì. Per lui. Ora c'è solo una persona che può aiutarlo: Elena, una ragazza folle e imprevedibile come la vita, che lo spinge a salire su quel treno e ad andare a cercare la verità. E, forse, anche una cura per il suo cuore smarrito.


Recensione:
Tu di che colore sei?

Michele è un uomo trentenne che si aggrappa ad un ricordo doloroso quanto confortante, quello della madre che sin da piccolo ricorda aspettare il treno con un valigia al fianco, lo ascolta distratta mentre lui le chiede dove sta andando, le parla del suo quadernino rosso segreto e, come atto di fiducia, glielo affida. Le affida i suoi sogni di bambino, le sue storie di bambino, la sua infanzia. Mai avrebbe pensato che sua mamma non sarebbe più tornata a casa, che quella volta sarebbe stata l'ultima in cui l'avrebbe vista, che quel quadernino probabilmente sarebbe stato perso.

La felicità fa paura perché la puoi perdere da un momento all'altro.

Da quel giorno, infatti, vivrà con il padre capostazione che, alzando spesso il gomito, gli ricorderà di non fidarsi delle persone, di non fidarsi mai delle donne, di non fidarsi per evitare di soffrire. Un'infanzia fatti di silenzi, di silenzi ad una tavola che pare essersi ancorata al suolo, una vita fatta di poche certezze, solide ed essenziali nella vita di Michele. Il tempo passa, Michele si ritrova solo in quella casa in stazione, nel ruolo di capostazione ereditato dal padre, come è stata ereditata anche la diffidenza e la sfiducia nelle persone.
A trent'anni suonati Michele non sa cosa sia la vita se non quella routine quotidiana che porta avanti giorno e notte, adattando le proprie esigenze al tempo, il tempo che detta i suoi ordini e lo piega con un atteggiamento da ossessivo compulsivo. Una vita relegato in casa e nel treno, a raccogliere gli oggetti smarriti altrui e ad affezionarsi a questi, forse perché in fondo avrebbe voluto che lui e il suo quadernino non fossero abbandonati e dimenticati, forse perché c'è una grandissima voglia di sentirsi amato.

Precipitare è un fatto che confina con la vita e rispetta la frontiera. Dove inizia l'uno, si sospende l'altra. E mentre tu pensi, precipitando, a come mai sia potuto accadere e a cosa mai accadrà, la vita discute col destino per decidere di te. Nel frattempo, tu non respiri. E solo all'ultimo istante ti penti di non averlo fatto.

Uno di quegli oggetti smarriti, però, verrà reclamato dal suo legittimo proprietario. Elena irrompe nella vita di Michele, con la sua parlantina veloce e senza filo logico, il suo fare solare e luminoso, il suo modo di abbracciare le persone così, all'improvviso, dando loro la sensazione che gli venga restituita qualcosa che gli è stata sottratta via, quel suo modo di guardare il mondo a colori, quei colori che rendono le persone compatibili, oppure no.
Sarà tutto questo di Elena a spingere Michele a uscire dalla sua ordinarietà sicura, dalla sua zona di protezione, per affrontare tutte quelle paure irrazionali che l'abbandono gli hanno causato, per imparare ad abbracciare il mondo come Elena abbraccia lui, ad abbracciare le parole delle persone, le loro storie. Le ascolterà tutte, il nostro Michele, che durante il viaggio si scontrerà anche con le cose brutte di quel mondo, le persone o le situazioni che gli faranno pentire di aver preso quel viaggio. Ma va avanti, il nostro Michele, che come in una favola moderna lo vediamo crescere e lottare, lo vediamo diventare da uomo bambino a soltanto uomo.

Immerso nell'estasi di un ispirato assolo di piano, dimenticò il motivo per cui si trovava in quel bar, le ragioni che lo avevano condotto in viaggio, la sua ricerca, il suo passato, le sue paure e la ricetta della stracciatella. E per la prima volta, dopo tanti anni, si lascio andare alla vita, come una zattera alla deriva sul mare.

Un viaggio che vola, in cui con Michele si riscoprono le piccole cose della vita che diamo per scontate, le persone che diamo per scontate. Tifiamo per lui, affinché trovi le risposte alle sue domande, affinché stenda i fantasmi del suo passato, finisca per gridare a voce altissima la tristezza che mai ha voluto riconoscere e accettare. Lo vediamo perdere la sua ingenuità, smarrire gli occhi da bambino che si sorprendono per un non nulla per irrigidire le spalle e accendersi una sigaretta.

Capì che le stanze d'albergo hanno qualcosa in comune con i vagoni dei treni: sono parentesi della vita concesse in prestito, luoghi di transito per identità diverse e sconosciute che si danno il cambio tra una partenza e un ritorno, giorno per giorno, in attesa di un risveglio o di un arrivo. Appartengono a tutti e a nessuno, come il caso. O il destino.

Lo strano viaggio di un oggetto smarrito pare essere una storia scacciapensieri che sfiora la banalità, quando invece si tratta di una storia profonda e che fa riflettere, che si divora, dove la trama originale e ricca di colpi di scena, il tutto corredato da una prosa che non può non piacere. Un storia dove aleggiano sentimenti come nostalgia, malinconia, ma anche speranza e tantissima voglia di vivere. Un libro pieno di magia. che emoziona nonostante la scorrevolezza, dove ci si sente coinvolti come se Michele o Elena fossero nostri amici. Quei due che ci fanno così tanta tenerezza, Elena che chiede a Michele: Tu di che colore sei?

E che la vita non è una bilancia che pesa i torti e le ragioni, ma un fluire di eventi che molto spesso non hanno spiegazione, oppure ne hanno troppe perché si possa individuare, alla fine, quella vera.

Commenti

  1. Io sono multicolore, dipende dal giorno :)
    E' piaciuto moltissimo anche a me, mi auguro che Basile torni presto in libreria.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Io sono azzurro, rosso e grigio. Olè! :)
      Me lo auguro anche io, Cecilia <3

      Elimina
  2. E' l'ennesima recensione positiva che leggo di questo romanzo...DEVO leggerlo! ;)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. P.s: Ti invito a partecipare qui:
      http://dreamsink92.blogspot.it/2016/06/un-anno-pieno-di-sogni-e-dinchiostro.html

      un piccolo giveway di compleanno :)

      Elimina
    2. Devi, sì, assolutamente :)
      Grazie per l'invito!

      Elimina
  3. Questo libro lo vedo sempre in giro, sembra interessante. E come dici tu anche profondo. Grazie per la tua opinione

    RispondiElimina
    Risposte
    1. E' molto bello, Susy, se ti capita dagli un'occasione :)

      Elimina
  4. Bella recensione Siham e la seconda che leggo così positiva ^^ Ribadisco, questo libro mi aveva dato tutt'altra impressione, però a volte è bello ricredersi e se mi capiterà tra le mani ci farò sicuramente un pensierino ^^

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Non è banale come sembra, sai? Te lo consiglio, magari per questa estate ^^

      Elimina

Posta un commento