Recensione: Supernova di Isabella Santacroce

Buongiorno, amanti della lettura.
Oggi vi vorrei parlare di un'autrice italiana di grandissimo talento e del suo libro che mi è piaciuto da morire; infatti questa è una di quelle recensioni che non hanno senso, perché scritte completamente con il cuore.


Titolo: Supernova
Autore: Isabella Santacroce
Editore: Mondadori

Trama:
Divna, Dorothy e Thomas sono tre ragazzini come tanti, che attraversano l'adolescenza, questa età di passaggio magnifica e terribile, armati dei loro sogni e circondati dai loro fantasmi. La vita, intorno, è dura, il mondo dei grandi si manifesta in tutta la sua inadeguatezza o - peggio - nella sua più depravata voracità. Gli adulti sono affascinati dalla luce che, come stelle appena nate, i tre amici sprigionano: ma faranno di tutto per spegnerla abusando della loro innocenza, del loro stupore, della loro curiosità. Isabella Santacroce ha scritto un romanzo coraggioso e struggente, che trova parole potenti per raccontare un mondo impronunciabile come quello della prostituzione minorile.


Recensione:
Supernova è il degrado, così l'ho definito nel riepilogo mensile.
Degrado emotivo, della società. Degrado della vita, delle vite. Vite che si consumano come se fossero sfregate con urgenza, con forza, con noncuranza. Come quella di genitori che mettono al mondo i figli senza rispetto per il ruolo che assumono, come la madre di Dorothy che dà alla figlia il nome di un personaggio di una fiaba, Il mago di Oz, quando nella loro vita non c'è nulla di fiabesco, nulla di magico; solo delle molestie ad un'infanzia prima accelerata e poi rubata.

Cielo e baratro. Sempre tra cielo e baratro. Sempre in equilibrio su una fune tesa tra cielo e baratro, davanti a noi nessuno.

Non c'è nulla di fiabesco e magico in quel viavài di uomini diversi che entrano nella stanza della madre. Facce diverse, odori diversi, voce diverse: la stessa depravazione. Sua madre vende il suo corpo e la sua anima svalutata dalle esperienze di vita, e ciascun acquirente è un buon affare per tenere a bada la solitudine e, forse, il disgusto che ha di sé.

Thomas, perché quella sera mi hai chiesto se sapevo nuotare? Il suono di una sirena, poi il suo respiro. Lui che dice te l'ho chiesto perché mi assomigli, lo so, come me a volte sprofondi. Abbiamo due famiglie pesanti, dobbiamo allenarci per non annegare. Pensa che bello, noi due, sospesi nell'acqua, leggeri.

Non c'è nulla di fiabesco e di magico negli occhi di Dorothy, nel suo viso che sembra quello di un maschietto, perché androgina, nell'attrazione che sin da piccola prova per le altre bambine, per La bambina. Quella che la abbandona senza una spiegazione, Veronica, e di lei rimane una piuma, leggera, candida, pura. La purezza in un.oggetto senza vita, il degrado in un'anima in cerca di vita.

Un bacio furioso sul pianerottolo. Spingerla dentro, sopra il divano, sputarle in faccia, graffiarla, e all'improvviso stringerla forte, mentre le sue mani mi spogliano. Il lampadario sopra di noi era un pianeta. Dio mio, l'amore è un volo.

Dorothy poi conosce Divna, la baby prostituta che sogna di ballare sulle punte, di far suo un palcoscenico ma che nel frattempo perde ciò che invece è già suo. Divna che fa compagnia alla piuma di Veronica nel cuore di Dorothy e che a letto si concede solo a quest'ultima come se il sesso spinto dalle emozioni fosse un lusso. E poi Thomas, cupo e infelice, farà ben presto compagnia a loro.

Tu sei l'uragano che mi ha strappata alla vita, e io volo divelta dalla tua noncuranza, verso la perdita della mia limpidezza.

Tutte e tre, poi, per esigenza di soldi, perché i soldi rendono liberi, si vendono a uomini bavosi, perversi; uomini che durante la lettura ho odiato dal profondo le mio cuore e a cui avrei voluto fosse fatto del male per ciò che stavano combinando a quei "bambini", perché bambini rimangono: nel corpo, nell'anima. E poi ci si ricorda che anche questo è sbagliato e si cerca di giustificare quel saccheggio emotivo, e giustificare anche quel pensiero che ho avuto, e penso alla droga che assumono. Ogni freno inibitore viene perso. La crudeltà umana esplode e penso alla prostituzione minorile, al turismo del sesso e mi sale la rabbia, l'odio, mi sento disgustata.

Adolescenza insidiata da adulti. Freschezza contaminata da richiami di angoscia.

Dorothy. Divna. Thomas. Tre stelle in un cielo senza luce, limpido, che diventano cadenti e, formando una scia quasi invisibile, si schiantano senza far rumore contro la realtà e la vergogna.
Non fanno rumore neanche le parole di Isabella Santacroce, potenti e con una forza senza paragoni. In un'atmosfera cupa, sporca e, qualche squarcio di luce che subito scompare, ho seguito la storia di tre "bambini" che mi hanno commossa, grazie alla scrittura della Santacroce che ho trovato poetica e con le perfette tempistiche.

Romantici come la fotografia in bianco e nero di un bacio, immortali come un film porno a colori. L'adolescenza è sdoppiarsi sopra uno specchio, rotto da un cuore.

Tempistiche? Sì, perché libri come Supernova ti fanno mancare il fiato, trattenere il respiro con le lacrime agli occhi. Ma lei, con i capitoli e i paragrafi, sembra conoscere il momento giusto in cui il lettore ha bisogno di riprendere a respirare e alzare lo sguardo in cerca di sollievo.
Ho amato tantissimo Supernova, ma me la sentirei di consigliarlo solo alle persone che conosco bene, che so che sono forti, perché un libro così lascia un alone di inquietudine. Un libro così deve essere preso di petto.

Noi siamo sulla luna, abbiamo le stelle nel cuore, e il nostro amore è una supernova, che illumina tutti i baci del mondo.

Commenti

  1. Siham <3 Questa recensione è bellissima e si sente che è scritta con il cuore. Il romanzo è sicuramente profondo e tratta tematiche difficili, che toccano molto il lettore. Non so se mai riuscirò a leggerlo, a volte alcuni argomenti preferisco evitarli e tra questi c'è la prostituzione minorile, che altro non è che pedofilia... Chissà, magari poi ci ripenserò e lo leggerò =)

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    1. Anche io ero riluttante all'inizio, ma ho quest'abitudine ad affrontare subito le mie paure, e così l'ho iniziato, è bellissimo, anche se fa soffrire.

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