Recensione: Ritratto di Jennie di Robert Nathan

Buongiorno, amanti della lettura.
Vi propongo la recensione di un libro degli anni quaranta, che ha ispirato anche l'omonima pellicola cinematografica, ripubblicato dalla neonata Atlantide Edizioni. Una casa editrice romana dal nome che fa pensare al gelo ma dallo staff caloroso, pronta a stupirci con le sue caratteristiche: un numero prefissato di uscite annuali, titoli particolari, distribuzione nelle librerie indipendenti, qualità nel contenuto, qualità fisica e altro ancora. Atlantide Edizioni si butta in quest'autunno nell'editoria e lo fa con il bel Ritratto di Jennie, una sorpresa che molto difficilmente dimenticherò.


Titolo: Ritratto di Jennie
Autore: Robert Nathan
Editore: Atlantide Edizioni


Trama:
Una sera mentre sta tornando a casa attraverso Central Park, Eben Adams, giovane e sfiduciato pittore, incontra una bambina vestita in modo antiquato che gioca a campana. Jennie sembra essere lì da sola e per qualche motivo inizia a camminare insieme ad Eben e a parlare con lui. Quando l’uomo le chiede quale sia il suo desiderio più grande, la bimba, in modo candido e misterioso, risponde semplicemente: “Vorrei che tu aspettassi che io diventi grande”. Eben non può certo saperlo, ma da quel momento la sua vita e il suo modo di vedere il mondo cambieranno per sempre e lui scoprirà cosa significa essere un artista e, soprattutto, cosa significa amare. Ritratto di Jennie, capolavoro dimenticato della letteratura americana del Novecento, è la storia meravigliosa di un amore che sfida il tempo e la morte, uno dei romanzi fantastici più originali mai scritti e una toccante riflessione sulla natura dell’amore e sul destino. Pubblicato originariamente nel 1940, Ritratto di Jennie fu portato al cinema alcuni anni dopo da William Dieterle e interpretato da Joseph Cotten e Jennifer Jones. Sia libro che film ancora oggi mantengono un fascino quasi sovrannaturale, una bellezza fuori dal tempo. 


Recensione:
Adams è un giovane artista che vuole vivere di questo. Tempo fa era così: si viveva di passione. Dipingere e scrivere erano le uniche ragioni di vita, non erano seconde professioni, non erano luoghi precari. Si faceva la fame per vedere la propria opera pubblicata o esposta. Come Adams, sempre in ritardo con l'affitto e la speranza sulla soglia minacciosa di volerlo lasciare. Dipinge paesaggi nella solitudine del suo appartamento, e li propone al Mr Mathews che sembra accettarli solo per trattenere ancora quella speranza lì, come se un po' credesse in questo giovane pittore ma non si volesse esporre troppo al rischio.

Hai presente come a volte ti senti triste per qualcosa . per delle cose che non sono ancora avvenute. Forse queste cose sono destinate ad accadere. Forse noi lo sappiamo, ma non ci spaventa ammetterlo.

Tutto piatto e uguale per Adams, fino al giorno in cui si il destino fa una deviazione e incontra quello accelerato di Jennie. Una ragazzina dagli abiti che sembrano provenire da un libro di storia e che gioca a campana, anche lei avvolta nella solitudine.
Jennie ipnotizza Adams con il suo modo di fare così confidenziale e così in bilico tra reale e irreale, lo tiene per mano e pronuncia desideri che non si potrebbero realizzare. Come ad esempio quello di aspettarla mentre cresce, in modo da avere la stessa età. Eben sorride dell'ingenuità della bambina ma ne rimane anche turbato, tanto che sovrappensiero ne fa uno schizzo su un foglio.

A volte nella tarda estate o nel primo autunno c'è un giorno più bello di tutti gli altri, un giorno perfetto, così puro che il cuore ne rimane estasiato, sospeso in una specie di sogno, preso in un incantesimo oltre il tempo e lo scorrere delle cose.

Questo disegno accennato ma che evoca il passato, viene apprezzato da Mr Mathews e dalla titolare della galleria d'arte tanto da dare una spinta alla speranza di Eben e da chiuderle la porta dietro ricacciandola dentro, pronta ad illuminargli il cammino.

La sua assenza rendeva l'intero mondo intorno a me stranamente vuoto - silenzioso e vuoto, come la cassa di legno di un violino sul quale non si suoni più nulla. Una sola nota lo riporterebbe alla vita; una sola nota ne farebbe di nuovo uno strumento musicale. Ma la nota non viene suonata; nessuno lo tocca. E così resta una scatola vuota.

I giorni passano per Eben nell'attesa del ritorno di Jennie per cui, invece, sembra che passino gli anni. Da bambina si fa ragazzina e da ragazzina si fa donna, scatenando l'amore nel petto di Eben. Tutto sembra così irreale, il tempo che corre per Jennie per esaudire il suo desiderio, il modo in cui scompare, il modo in cui fa diventare un vero artista Eben. Sarà reale, Jennie?

A volte bisogna credere in ciò che non si riesce a capire. Questo è il metodo tanto dello scienziato, quanto del mistico: di fronte a universi immensi e infiniti, lo accetta, anche se non è in grado di immaginarlo davvero. Perché nella nostra mente non c'è nessuna immagine di ciò che è infinito; da qualche parte, all'estremo limite del pensiero, inevitabilmente ne tracciamo un fine.

Una storia pubblicata negli anni quaranta ma dal sapore moderno e dalla scrittura moderna. Una storia d'amore che si confonde tra realtà e non realtà. Un'atmosfera dominata da una nebbiolina, che crea quel fascino e quel mistero alla Zafòn, oltre a far cadere la narrazione in un romanticismo lieve e casto. Un romanticismo d'altri tempi, un romanticismo da poesia.

E se domani svanisse nella tempesta? Se il tempo si fermasse? Rimarremmo schiacciati, frantumanti dall'eternità, da un presente per sempre immobile e sfuggente. E il passato, se mai smarrissimo la nostra via nella tempesta, troveremmo di nuovo il passato di fronte a noi, dove pensavamo sarebbe sorto il sole di domani.

Ritratto di Jennie è un libro che si prende in prestito la mente del lettore per trasportarlo nelle vite di Ebene e Jennie, rendendolo bramoso di scoprire il come e il perché, di scoprire se si tratta di realtà o di fantasia folle di un giovane pittore.
Le parole di Nathan a tratti sono così poetiche che sembrano cullare il lettore in questa New York che, nonostante lo scorrere delle stagioni, dà la sensazione di essere perennemente in autunno e che avvolge il lettore nella calda narrazione.
Ritratto di Jennie è stata una sorpresa e, per chi non ama le sorprese come me, aggiungo che è stata una bella sorpresa.

Anno dopo anno la primavera arriva, aveva detto lei, e domani è sempre. Quando infine non c'è stato più domani, mi è restato da ricordare l'ieri. Anche ieri è sempre.

Commenti

  1. Ho gli occhi a cuore! :) sono super curiosa di leggerlo!

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  2. Sembra lontano dal mio mio solito genere. Ma per questo sono curioso.
    Anche per le parole finali che hai usato, bella recensione, brava :)

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  3. Sembra molto bello, E mi incuriosisce parecchio! Bella recensione! :)

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    1. A me è piaciuto molto, si è preso 4 stelline ^^
      Grazie <3

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  4. Ho letto solo un pezzetto della recensione perché ero già curiosa da prima. Non vado oltre perché voglio acquistarlo e gustarmelo. Bel blog. Davvero.

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    1. Grazie mille, e sono sicura che non te ne pentirai ^^

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  5. Ho letto solo un pezzetto della recensione perché ero già curiosa da prima. Non vado oltre perché voglio acquistarlo e gustarmelo. Bel blog. Davvero.

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