Recensione: La parabola delle stelle cadenti di Chiara Passilongo

Buongiorno, amanti della lettura.
Tutti noi teniamo alle nostre famiglie, c'è chi ne è legato fortemente, c'è chi invece sente questo legame meno forte. Sappiamo anche quanto sia terrificante l'idea di deluderla, deludere le aspettative dei genitori, vederli tristi o felici per noi ma con quel velo di malinconia sugli occhi. Il romanzo che vi recensisco oggi, omaggio della Mondadori, parla di tutto questo, più o meno.


Titolo: La parabola delle stelle cadenti
Autore: Chiara Passilongo
Editore: Mondadori

Trama:
10 agosto 1981: Nora dà alla luce due gemelli, Francesco e Gloria. Achille Vicentini, il neo padre, sta tornando a casa dopo la notte in ospedale, a bordo della sua Giulietta, euforico. Attraversa il panorama di "case e aziende, case e aziende" che ben conosce: così è tutta la campagna veneta dove vive, popolosa e operosa. Lui stesso vi contribuisce da quando con suo padre ha trasformato il forno di famiglia, nel centro di Borgo San Bartolomeo, in una piccola azienda dolciaria. Alla ditta e ai figli Achille intende dedicare ogni suo giorno. È uno tutto d'un pezzo, un uomo di destra pervaso però da un senso di responsabilità di marca socialista nei confronti di chi lavora per lui: i dipendenti sono parte della famiglia. È con loro che Achille escogita il modo più bello di festeggiare la notte in cui i suoi figli sono nati: una nuova merendina a forma di stella cadente, la Tortina San Lorenzo, destinata ad avere grande successo. Achille già immagina Francesco e Gloria che crescono mangiando quei dolci genuini, che diventano bimbi paffuti, adolescenti sereni, studenti d'eccellenza pronti a prendere in mano le sorti della ditta. Dagli anni Ottanta a oggi le vite di Achille e Nora, di Gloria e Francesco e di tutta la comunità che li circonda vengono narrate come in un album di fotografie, pieno di luci, di sorrisi e di ombre. Nulla, o quasi, sarà come Achille lo aveva previsto.


Recensione:
Certo che sono pochi i lettori dei talenti italiani. Io ero una di questi. Leggevo solo autori stranieri, ma da qualche anno un po' li ho messi da parte e mi sono appassionata ai nostri autori, senza rendermene conto. Poi esce un libro d'esordio di una penna italianissima e a lanciarlo è proprio una delle più grandi case editrici che abbiamo. Un po' fa pensare e mi chiedo che cosa abbia di speciale questo libro, oltre al titolo poetico, e sorrido felice perché mi fa stare bene il fatto che si punti ancora sugli esordi, che si facciano ancora scommesse su di questi.

Quel che è sicuro è che Achille non scommette sui figli che tanto ha desiderato. I gemellini, Gloria e Francesco, che nascono la notte di San Lorenzo dopo molte speranze vive e poi morte. E appena Achille li prende in braccio capisce cosa vuole che facciano, cioè continuare l'attività di impresa della famiglia. Iniziano vari cambiamenti che che scorrono seguono la scia della parabola delle stelle. Nora, la dolce e accondiscendente moglie che silenziosamente cerca di proteggere i suoi bambini dal padre e dalle sue ambizioni per loro. Gloria e Francesco crescono, Gloria diventa sfacciatamente bella e cammina con la testa alzata per l'orgoglio della famiglia e l'azienda San Lorenzo, ma soprattutto per la merendina che ha lanciato nuovamente l'impresa sul mercato, la stessa che è stata ideata in concomitanza con la loro nascita. Francesco invece è docile, taciturno, vorrebbe evitare di recare dispiacere al padre e lui, dell'azienda non si vuole occupare.

Quelle parole, per anni sospese e nebulizzate nell'aria si scolpirono all'improvviso a caratteri cubitali nella pietra e caddero rovinosamente, in un boato assordante che scavò un solco abissale tra padre e figlio. Un enorme canyon tra sceriffo e fuorilegge.

Questi e altri personaggi entrano ed escono di scena in continuazione mettendo in opera una storia familiare che si evolve nel tempo e vediamo Gloria e Francesco crescere, Nora e Achille invecchiare, li vediamo in un'Italia che sembra sempre in movimento, anche quando non si muove, una città ancorata alle sue origini e alle sue tradizioni, al suo finto immobilismo. La scenografia cambia, i costumi anche, le personalità dei personaggi.

Chiara Passilongo esordisce con un romanzo tricolore al massimo, l'Italia vista attraverso la vicenda di una famiglia, e lo fa con eleganza ma anche con cautela. La sua scrittura è chiara e senza sbavature, se così riesco ad esprimermi. È stata in grado di farci conoscere la storia personale e la narrazione da ogni punto di vista. È chiaro quindi, secondo me, il motivo per cui una casa editrice come la Mondadori abbia investito su un'esordiente: La parabola delle stelle cadenti è un ottimo romanzo.

Tuttavia, però, c'è qualcosa che a me è mancata. Se in alcuni romanzi che ruotano attorno a vicende familiari, mi sento parte della famiglia e come membro, vivendo la loro storia insieme a loro, dentro alle mura di casa al calduccio, con questo di Chiara Passilongo è stato come guardare solamente la loro vita attraverso la finestra, fuori, lontano dalla famiglia. Non mi sono sentita sufficientemente coinvolta emotivamente. Motivo per cui non me la sento di bocciarlo come libro, passatemi il termine, ma non me la sento nemmeno di consigliarlo di cuore a tutti.

Commenti

  1. A me il libro è piaciuto, pur con qualche riserva sulla parte riservata ai giovani (la vecchia generazione è molto più azzeccata); quella di Achille non è una famiglia calda e accogliente, che ti apre la porta e ti invita a bere un caffè :) lavano i panni sporchi in casa e ti lasciano fuori a sbirciare dalla finestra. Io l'ho percepita così!
    baci!

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    1. Sì, ho letto la tua recensione positiva :)
      Il bello della lettura e del parlarne è proprio questo: lo stesso libro, ma sensazioni diverse. È bellissimo! :)

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    2. Davvero, è la cosa più bella della lettura!

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  2. Non poteva essere diversamente. Quella dei Vicentini è una famiglia dalla quale molti vorrebbero fuggire...

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    1. Oddio, no, quel che io ho percepito è un non suffieciente coinvolgimento emotivo. Nulla che mi abbia fatto fuggire, non con una mamma come Nora ^^

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  3. A me interessa. Non considero la mia famiglia perfetta, ha pregi e difetti. Quindi osservare un altra famiglia da una finestra, credo possa farmi apprezzare di più la mia. Sarebbe un bel modo per crescere

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    1. Allora sì, potrebbe essere il libro giusto per crescere e maturare.

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    2. Allora ok. Lo aggiunago alla lista, ma creo la sezione dei ''forse'' :)

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  4. Ho notato questo libro nelle mie ultime incursioni in libreria, ho letto la sinossi più di una volta, ma l'ho sempre lasciato sullo scaffale. Ho avuto una sensazione di distacco toccandolo e sfogliandolo, leggendone piccole parti...forse il mio istinto si è sentito poco coinvolto, proprio come te e credo che resterà in libreria.

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    1. Ecco, brava Cuore, io ho avuto la stessa sensazione ma l'ho sfidata pensando di sbagliarmi. Invece no, resta comunque un bel libro ma manco quel qualcosa che ci fa voler bene ai personaggi.

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