Parole sottolineate: Il vino della solitudine di Irène Némirovsky


Buongiorno, amanti della lettura!
Ad aprile ho letto Il vino della solitudine della Némirovsky e me ne sono follemente innamorata. Uno dei migliori libri letti in quest'anno corrente e forse anche uno dei miei classici preferiti. Se classico si può definire, perché alla fine pure questo argomento, anche se in minima parte, può essere considerato quasi soggettivo. Al di là di questa riflessione, amo la scrittura della Irène, come la chiamo io, e l'anima che mette nei suoi libri, in particolare questo. Detto così può sembrare che io abbia letto la sua intera bibliografia, quando invece ho letto solamente Il ballo e questo di oggi. Che consiglio, consiglio dal più profondo del mio cuore. Prego chiunque apprezzi il genere di leggerlo e di amarlo. Voglio provare ad incuriosirvi, a convincervi :) Leggete un po' alcune passi che ho scelto e che vi propongo.
Buona lettura.


Una volta Hélène entrò nella camera di sua madre. Le piaceva andarci. Provava la sensazione oscura di capirla meglio, così, di carpirle i suoi segreti. Cominciava a provare interesse per lei, per la sua vita misteriosa che adesso si svolgeva interamente fuori casa. Nutriva nei confronti di sua madre un odio strano che sembrava crescere con lei; che, come l'amore, aveva mille ragioni e nessuna.

Ma nel suo petto il cuore era pesante e colmo di un dolore complicato, strano e indecifrabile.

Perché arriva un'età in cui la compassione che fino a quel momento abbiamo riservato solo ai bambini assume una forma diversa, un'età in cui scrutiamo i volti avvizziti dei "vecchi" e intuiamo che un giorno assomiglieremo a loro... E lì finisce la prima infanzia.

Guardò le persone che le stavano intorno. Loro non la vedevano, ma erano anch'esse, per lei, irreali, lontane, quasi lontane nella nebbia, ombre effimere, inconsistenti, prive di sangue e di sostanza. Lei viveva lontana da loro, in disparte, in un mondo immaginario di cui era padrona e regina. Prese un mozzicone di matita che tenava sempre in fondo alla tasca, esitò un attimo, poi lo avvicinò al libro, piano piano, come un'arma carica.

Ma sapeva di mentire. tutto ciò che vedeva in quel momento, tutto ciò che provava, la sua stessa infelicità, la sua solitudine, e quell'acqua nera, le piccole luci dei lampioni agitate dal vento, tutto, perfino la sua disperazione, la rigettava verso la vita.

- Perdonare? E perché? I nome di che cosa? Sì, lo so, Dio ha detto che sarò solo Lui a proclamare il "giorno della vendetta...". Ah, pazienza, non sono una santa, non posso perdonarla! Aspetta, aspetta un po' e vedrai! Ti farò piangere come tu hai fatto piangere me! Non mi hai mai insegnato la bontà, il perdono! E' moto semplice: mi hai insegnato solo a temerti e a stare composta a tavola! Tutto mi sembra odioso, soffro, il mondo è cattivo! Aspetta, aspetta, cara mia! -

- Il rombo del cannone... Il pericolo, qualsiasi cosa. ma vivere, vivere!.... Oppure, essere una figlia come le altre... Avere una madre come le altre!... No, è troppo tardi... Ho sedici anni, ma il mio cuore è intossicato, ormai... -

Farli soffrire, tutti e due, come loro hanno fatto soffrire me!... Non avevo chiesto di nascere, io!... Oh, avrei davvero preferito non essere nata... Ma non hanno pensato a me, questo è certo... Mi hanno scaraventata su questa terra, e mi hanno lasciato crescere!... Bé, non è abbastanza! Mettere al mondo dei figli e non dar loro un briciolo, un atomo di amore è un delitto!

Quel lasso di tempo, pure così breve, le sembrava infinito: quante cose aveva visto... La bambina di allora si era trasformata in fanciulla... Un mondo era crollato travolgendo innumerevoli vite, ma questo lei lo dimenticava, o meglio, covava in lei un feroce egoismo. Con l'implacabile durezza della gioventù, allontanava da sé i ricordi luttuosi nutrendosi solo della consapevolezza della propria forza, della propria età, del proprio inebriante potere.

Hélène lo ascoltava stupefatta, perché per lei l'amore di un figlio per la madre era il sentimento più straordinario, il più difficile da capire; ma poi pensò che lui godeva del suo dolore, lo alimentava di tutta la collera che gli ispiravano Bella e il suo amore dispotico e invadente.

Piano piano, senza fretta, cresce l'amore colpevole. Ha già affondato profondamente le sue tortuose radici nel cuore dell'uomo quando spunta il primo, fragile fiore. E sembra così gracile, così piccolo, che l'uomo lo contempla non tanto per ammirarlo quanto per per inebriarsi del proprio potere. Si sente così forte... Un solo gesto, un leggero sforzo, e tutto sarà finito, strappato, morto per sempre nel suo cuore...

Con quale diritto li guarderai con disprezzo, se non sei più forte e più giusta di loro?... Ho passato la vita a combattere contro un sangue detestabile, ma questo sangue è anche in me. Scorre in me.

Quella fiamma che aveva dentro, quella sorta di patetico ardore gettavano i loro ultimi bagliori, i più splendenti. Nel pallido volto tormentato, i begli occhi tristi e penetranti, dalla sclerotica ingiallita, brillavano di una luce quasi insostenibile.

Gli anni scorrevano in fretta a quel tempo. La vita era rapida, torbida e tumultuosa come un fiume che straripa.

Commenti

  1. Missione compiuta, mi hai incuriosito moltissimo.

    Ps
    il mio portafoglio ti odia. Ogni centesimo che risparmio invece di metterlo li, lo metto nel barattolo con su scritto '' Per i libri''

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    1. Tu lo DEVI leggere.
      Il tuo portafoglio mi odia, il tuo bagaglio culturale ringrazierà le mie recensioni/rubriche ;)

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  2. Ok, è già sulla lista. Che grazie a un libro in particolare ora è quasi raddoppiata :)
    O si, ti ringrazio anche io..... solo il portafoglio ti odia qui ;)

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  3. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  4. Ciao!
    Bellissime queste citazioni del libro! Mi hai convinta a leggerlo!!
    Ho curiosato le altre recensioni che hai postato e mi piace molto il tuo stile!
    Mi sono da poco aggiunta come membro del tuo blog! Se ti va di dare un'occhiata al mio mi farebbe piacere! :) http://stoffedinchiostro.blogspot.it/

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