Speciale: Estratto de La mia vendetta con te di Giovanna Roma

Buongiorno, amanti delle lettura!
Come promesso nella segnalazione de La mia vendetta con te, oggi siamo qui a gustarci l'estratto del libro di Giovanna Roma.
Buona lettura a tutti.


Sono dei possenti colpi alla porta a risvegliarmi.
<< Cazzo, Kate. Porta il culo fuori di lì o giuro che te lo picchio a sangue! >>
Non appena riconosco la voce, schizzo fuori dalla vasca.
<< A...arrivo, un attimo. >>
<< Apri questa dannata porta! Subito! >>
Mi avvolgo il corpo infreddolito in un morbido accappatoio bianco di spugna. Apro
tremante la porta e lo vedo entrare come una furia, rosso in volto e con occhi
minacciosi.
<< Perché cazzo ti sei chiusa dentro? >> sbraita adirato.
<< Non sapevo se ci fosse qualcun altro in casa a parte noi due >> spiego come se
fosse evidente.
<< E anche se fosse? >> ribatte sollevando le spalle.
<< Ma potrebbe entrare qualcuno >> insisto.
Maksim alza la mano destra e la cala sul mio viso due volte, dritto e rovescio.
<< Ti avverto, stronza, non chiuderti mai più a chiave. I miei ospiti ed io dobbiamo
sempre avere accesso a te. >>
Impallidisco di colpo, perché ora mi sono chiare come non mai le sue intenzioni.
<< Non parli sul serio >> ribatto con le lacrime agli occhi. << Se era questo il tuo
obiettivo sin dall’inizio, allora perché non hai lasciato che Nikolaj o quei quattro tizi
della taverna mi violentassero? >>
Maksim si avvicina con aria potente e intimidatoria. << Tu non spalancherai le gambe
al primo cazzo che ti attira, come fossi una puttana qualunque. Le aprirai solo se te
l’ordinerò io e per chi vorrò io. >> Le sue dita scattano dritte intorno al mio collo. É
così veloce che neanche lo vedo muoversi. Gli occhi scintillanti rabbia sono ipnotici.
<< Tu mi appartieni, Katerina ed esegui soltanto i miei comandi. >> Lo dice con una
calma così gelida da farmi perdere un battito. A poco a poco mi libera dalla sua presa.
Sento il peso di ogni cosa: i decimi di febbre, le sue parole, i suoi insulti e minacce, i
suoi schiaffi. E scoppio in un pianto che mi accascia al suolo.
<< Io ti possiedo. Ogni parte di te mi appartiene. Mente >> prosegue quella fredda
voce passandomi un dito sulla fronte. << Perché è a me che pensi quando vieni e
corpo, perché reagisce così solo con me. >>
Maksim mi prende per capelli e tira fino in corridoio. Urlo per il dolore, strillo di
lasciarmi andare, finché non molla la presa. Con la punta del piede mi solleva il
mento perché lo guardi dritto negli occhi. Le braccia incrociate sul petto, le possenti
spalle e il volto duro gli conferiscono un aspetto minaccioso ed io smetto subito di
piangere. La mia espressione è un concentrato di odio.

Commenti

  1. Grazie molte a Nolwenn per aver ospitato La mia vendetta con te e per aver partecipato all'evento.
    A presto.
    Giovanna Roma

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