Recensione: Chelsea & James di Giuseppe Cozzo

Buon pomeriggio, amanti della lettura!
Quando avevo quindici anni, merito anche della letteratura, mi misi a fare riflessioni senza risposta, a farmi domande quasi impossibili. Ad esempio: se Dio è perfetto e senza nessuna mancanza, perché ha creato l'uomo e ci viene detto che lo ha fatto perché aveva il bisogno di dare quel troppo amore che aveva?
Oppure... Cos'è la giustizia? E se una cosa è vietata, pur conoscendo le conseguenze qui sulla terra e quelle dell'aldilà, perché l'uomo non è intimorito? Quest'ultima riflessione ribussa alla mia mente, ancora grazie alla letteratura, grazie a Giuseppe Cozzo (che potete seguire sul suo blog) e al meraviglioso Chelsea & James.


Titolo: Chelsea & James
Autore: Roberto Giuseppe Cozzo
Editore: Create Space
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Trama:
"Negli occhi di Chelsea vedo qualcosa che mi spinge ad andare avanti. Non solo. Qualcosa che mi guida, che mi conduce lungo la strada da seguire, e non si limita ad indicarmela. È una strada che potrei non essere in grado di percorrere. Non so se sia in difetto di coraggio o capacità, ma sento che dovrei provarci ugualmente. A qualunque costo." Nel tentativo di perseguire il proprio personale senso di giustizia, due ragazzi cercano di fuggire da un ingombrante passato, che li condiziona fortemente. La moralità, immancabilmente relativa, viene messa in discussione, mentre un viaggio li porterà via dalla zona in cui hanno imparato a soffrire. Scopriranno che allontanarsi da un luogo è possibile, ma prendere le distanze dalle proprie vite è un obiettivo che può essere raggiunto solo conoscendo sacrifici forse insopportabili.


Recensione:
James è un giovane ragazzo in fuga dal suo passato, dal suo presente e in cerca di un futuro migliore di questi due. E come tutti gli esseri umani, si guarda al futuro aggrappati ad una speranza ignota. Ma sappiamo che c'è, la sentiamo, la respiriamo, ci crediamo, la rendiamo vera... Viva.
James quindi ci si aggrappa e inizia un viaggio alla ricerca della linfa di questa speranza, senza aspettarsi nulla, solo un "andare" incontro a questa. La trova in un paesino sperduto, silenzioso, dagli abitanti quasi inosservabili. E passo inosservata anche lei, Chelsea, in quel bar, fino a quando non gli viene in soccorso. Perché sono le vere persone che desiderano aiuto, qualsiasi tipo di aiuto, a concederlo senza riflessioni a chi ne ha bisogno. Si soccorre per essere soccorsi, un giorno.

I fiori possono essere difficili da identificare e comprendere, quando sei cresciuto in mezzo ai coltelli.

E inconsciamente Chelsea e James trovano quello che cercavano, trovano quella speranza di un futuro migliore, la speranza di un futuro diverso, la linfa di questa speranza, che a me piace pensare sia la metà in amore, l'anima gemella, quella che tutti noi vorremmo trovare... In questa vita.
Un amore tra dei quasi ventenni, ma maturo, un amore che nasce in poche ore grazie alle tante parole e confidenze che si lasciano straripare dalla propria frustrazione.

E' come se fossimo nati insieme per poi essere divisi, restando pur sempre destinati ad incontrarci.

Un amore da proteggere, in qualsiasi modo. Una speranza e un futuro che non si vogliono perdere. E non importa qual'è questo mezzo per proteggerlo, per mantenerli. L'importante è non perdersi. Anche se questo significa violare uno dei dieci comandamenti, anche se questo significa strappare la vita ad un uomo, a due, a tre, giustificandosi con il proprio senso di giustizia soggettivo.

Per un po' restiamo qui, in questa stessa posizione, su un tappeto impolverato e annodati l'uno all'altra, a leccarci le ferite a vicenda. Mi accorgo di essere fisicamente asimmetrico. Il mio corpo è evidentemente sbilanciato verso il lato del cuore.

Ma è davvero soggettivo? E soprattutto... Qual'è la la genesi della giustizia? La sua fonte? Le leggi umane, o quelle divine? Se pensiamo che il primo omicidio tra essere umani è stato quello tra Abele e Caino, i primi esseri umani in questa vita terrena, e che poi questo gesto sia proibito, e vietato, mi sento ancora più confusa. E allora, mi viene da dire, la giustizia legale è figlia della giustizia divina?

Giuseppe Cozzo è riuscito a farmi questo: riflettere su quesiti, forse senza risposta, grazie a poche pagine. Grazie ad un ritmo trascinante. Grazie a James e ai suoi pensieri lucidi, freddi, rendendomi partecipe di qualsiasi loro conversazione, momento, gesto, sentimento. Grazie a due ragazzi smarriti ma ritrovati.

Io e Chelsea siamo insieme da qualche giorno, uniti solo dal nostro amore, dal desiderio di cambiare vita e dalle contraddizioni che presentiamo, rispetto a noi stessi, e che non perdiamo occasione di manifestare, Non c'è altro, ma questo è più che abbastanza. Nessuno dei due ha mai pensato che la soluzione migliore fosse quella di dividerci, e non solo per mancanza di alternative.

Ho letto qualche recensione online e tra le cose "negative" e maggior criticate c'è il fatto che non è stato approfondito il background dei personaggi, la loro vita prima di incontrarsi, i motivi che li hanno portati a incontrarsi. Ma sapete che vi dico?
Che per me non è necessario. Perché non sono solo personaggi per me, hanno preso vita. Ed è come se James fosse diventato mio amico, e mi confidasse poche parole sul suo orribile passato e le sue sofferenze. Io non lo interromperei, probabilmente mi avvicinerei a lui, gli stringerei la mano e non gli farei domande, anche se ne avrei un centinaio. Semplicemente mi basta sapere che quel mio  nuovo amico, James, ha avuto un grande dolore e non lo approfondirei. Non vorrei sapere altro. Mi basta sapere che ha sofferto, ma che ora è pronto ad andare avanti.

Mi volto a guardare i pochi passanti, senza poter fare a meno di chiedermi quali siano le loro condizioni. Ma mi interessa davvero? Sapere che sono felici mi darebbe speranza? Mi susciterebbe invidia? E se soffrissero più di me? Avrei la possibilità di compatirli? O accetterei le mie condizioni?

Che poi quel modo di andare avanti sia giusto o sbagliato, condiviso o meno, James e Chelsea si sono trovati e né una legge divina o legge legale frenerà il loro ultimo e, ancora una volta, discutibile gesto.

Il concetto di giustizia non è univoco. E la morale è relativa, come ogni altra cosa. Non tutti gli assassini sono perseguiti dalle forze dell'ordine. Alcuni, come i membri degli eserciti, sono addirittura considerati eroi.

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